«Per le Regionali seguiremo la prassi e confermeremo i candidati uscenti». Sulle fibrillazioni che stanno agitando il centrodestra in vista del voto in Sardegna, Basilicata, Abruzzo, Umbria e Piemonte Antonio Tajani sembra avere le idee chiare. Per il vicepremier, ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, «la prassi è ricandidare gli uscenti. A meno che un partito non decida di sostituirlo e propone un nome alternativo. Ma per quanto ci riguarda non è così e confermiamo Cirio in Piemonte e Bardi in Basilicata».

Su Fratelli d’Italia? «Non è questione di lottizzare. Fratelli d’Italia ha tanti ministri e bravi presidenti di Regione. Non credo sia il momento di riaprire polemiche o cominciarle. Se poi un partito decide di rinunciare per qualunque motivo ad una Regione è un altro discorso». Governatori come Zaia, De Luca, Toti e altri chiedono con forza la riforma del limite dei due mandati: «Non è che possiamo fare le leggi per qualcuno, e poi è sano garantire un ricambio nella leadership delle regioni dopo 10 anni. Un conto sono i sindaci dei comuni piccoli, un conto i presidenti delle Regioni».

Sul capitolo Manovra, al netto delle buone intenzioni i tempi sembrano allungarsi: «L'importante è superare l'esame in tempi utili e noi lo faremo. Non mi preoccupano i tempi perché abbiamo preso lo spazio che serviva a migliorare il testo nella direzione indicata da Forza Italia. Siamo stati noi a porre il tema delle pensioni, così come quello della casa o quello della sicurezza. Tutte misure che aiutano l'Italia ha uscire da un periodo difficile», ha concluso Tajani