PHOTO
Foto Filippo Attili/Palazzo Chigi/LaPresse 19/05/2025 Roma, Italia Politica La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, alla quarta riunione della Cabina di regia del Piano Mattei per l'Africa nella Sala Verde di Palazzo Chigi DISTRIBUTION FREE OF CHARGE - NOT FOR SALE - Obbligatorio citare la fonte LaPresse/Palazzo Chigi/Filippo Attili
«Vado a votare, non ritiro la scheda. È una delle opzioni». Con queste parole, pronunciate durante la cerimonia della Festa della Repubblica ai Fori Imperiali, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha sciolto la riserva sulla sua partecipazione ai referendum abrogativi dell’8 e 9 giugno. Un’affermazione che ha subito scatenato critiche da parte delle opposizioni.
Il segretario di Più Europa Riccardo Magi, promotore del quesito sulla cittadinanza, ha definito l’intervento della premier «una dichiarazione furba ma falsa». «Non si può andare al seggio e non ritirare le schede — ha sottolineato —. È un messaggio confuso che invita all’astensione e arriva proprio nel giorno in cui celebriamo la Repubblica, nata da un referendum».
Magi accusa la premier di voler delegittimare uno strumento democratico come il voto referendario, suggerendo in modo implicito l’astensione per evitare il raggiungimento del quorum. «La maggioranza teme il voto — ha aggiunto —. Il nostro invito, invece, è di andare alle urne e votare Sì al quesito sulla cittadinanza».
I referendum: 5 quesiti
Si voterà domenica 8 giugno dalle 7 alle 23 e lunedì 9 giugno dalle 7 alle 15. Cinque i quesiti in programma: quattro riguardano il lavoro e uno la cittadinanza. Le schede saranno distinte per colore e l’elettore potrà esprimersi barrando “Sì” o “No” alla proposta di abrogazione.
Per la prima volta, potranno votare anche i cittadini “fuori sede” domiciliati da almeno tre mesi in un Comune diverso da quello di residenza. Secondo il Viminale, sono 67.305 gli elettori ammessi con questa modalità, suddivisi tra motivi di studio (38.105), lavoro (28.430) e cure mediche (770). Le province con il maggior numero di “fuori sede” sono Milano, Roma, Torino e Bologna. Gli italiani all’estero iscritti all’Aire voteranno per corrispondenza.
Il nodo del quorum
Affinché i referendum siano validi, è necessario raggiungere il quorum del 50% più uno degli aventi diritto. Un traguardo difficile, soprattutto alla luce dell’orientamento di gran parte della maggioranza, contraria nel merito ai quesiti e schierata apertamente a favore dell’astensione come forma di dissenso.
Al contrario, le opposizioni — seppur con differenze tra i partiti — sostengono i referendum, in particolare quelli su lavoro e cittadinanza, ritenendoli un’occasione per riportare al centro del dibattito pubblico i diritti sociali.