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Letta
Rivedere la legge Severino si può, ma non con referendum. Enrico Letta lo ribadisce nel corso della direzione del Pd convocata al Nazareno, la prima in presenza dalla fine dell’emergenza sanitaria. «Non è coi referendum che si fa una riforma complessiva, i referendum sono le proposte di sette consigli regionali del centrodestra», osserva il segretario. «La riforma Severino è da cambiare, il nostro impegno va in questa direzione, ma alcune fattispecie sono molto gravi e verrebbero travolte dall’approvazione dei referendum». Insomma, il strumento proposto da Lega e Radicali non è adatto. Di più: «Rischia di provocare più problemi che offrire soluzioni». Ciò non significa che dal Nazareno arriverà una indicazione a "boicottare" i quesiti. Quello di Letta, infatti, è un «orientamento di fondo» e, d’altra parte, «il Pd non è una caserma, c’è la libertà dei singoli che resta in una materia delicata come questa». Parole che mal digeriti dal senatore Andrea Marcucci, uno dei più convinti sostenitori del referendum: «I referendum sollevano temi che per loro natura interrogano la libertà di coscienza, non credo abbia senso dare una rigida indicazione di partito. Come garantista, sottolineo che sulla carcerazione preventiva e sulla legge Severino è necessario intervenire, il mantenimento dello status quo è deleterio. Il 12 giugno è un’occasione per ribadire la centralità della giustizia, ma ricordiamoci che in ogni caso, il Parlamento dovrà sciogliere questi nodi», dice Marcucci al termine della relazione del segretario. Sulla stessa linea anche il leader d’Italia Viva, Matteo Renzi: «Ho firmato i referendum e voterò a favore, non sono ottimista sul fatto che possano avere attenzione. Il tema della riforma della giustizia rimane sul piatto, anche se la riforma Cartabia non è dannosa mai inutile, a differenza della riforma Bonafede che era dannosa», dice Renzi in conferenza stampa a Montecitorio. Al contrario, per il segretario del Pd, è i Parlamento a dover legiferare: «Il Pd non è una caserma, la libertà dei singoli rimane e a maggior ragione su un tema come la giustizia. Non è con i referendum che si fa una riforma complessiva. Non dobbiamo avere una sudditanza psicologica rispetto a proposte che vengono da sette consigli regionali del centrodestra», conclude Letta.