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Elly Schlein durante la manifestazione organizzata da Cgil, Cisl e Uil in occasione della Festa del lavoro, Roma, Mercoledì 01 Maggio 2025 (Foto Roberto Monaldo / LaPresse) Elly Schlein during the demonstration organized by the Cgil, Cisl and Uil unions on the occasion of Labor day, Rome, Wednesday, May 01, 2025 (Photo by Roberto Monaldo / LaPresse)
«L'8 e il 9 giugno tutti le cittadine e i cittadini possono votare contro la precarietà, per la cittadinanza, per la sicurezza del lavoro e la dignità del lavoro». L’appello è della segretaria del Pd, Elly Schlein, che da Terni è tornata. appaltar delle consultazioni del prossimo mese. «Perché l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro: lo dice la nostra splendida Costituzione. Ma non può essere fondata sul lavoro povero e sfruttato, sui salari bassi e sul lavoro poco sicuro. Per questi motivi noi invitiamo tutte e tutti ad andare a votare», ha spiegato la leader dem, che poi ha attaccato il presidente del Senato, Ignazio La Russa.
«Sono gravissime le parole del presidente del Senato La Russa, la seconda carica dello stato, che tradendo un principio costituzionale che dice che il voto è si un diritto ma anche un dovere civico, dice che inviterà a disertare le urne per il referendum – ha detto – Credo che sia una ragione di più per partecipare e dimostrare che la nostra Costituzione dice una cosa chiara: noi possiamo decidere, possiamo votare, ma è anche un dovere civico andare a votare e farlo per migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle persone in Italia». Aggiungendo poi che «Vorrei tanto sapere cosa ne pensa la presidente del Consiglio Giorgia Meloni di questo invito a disertare le urne del presidente del Senato La Russa e da parte di altri esponenti del centro destra».
Contro la seconda carica dello Stato anche Avs. «Il voto è un dovere civico, lo stabilisce l’articolo 48 della Costituzione, e la seconda carica dello Stato ha l’obbligo di rispettarne e osservarne i principi – ha detto Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato di Avs – Se il camerata La Russa intende fare campagna per il non voto, allora si dimetta dalla carica di presidente del Senato».
Anche Magi di più Europa contro La Russa. «Secondo un sondaggio di Pagnoncelli sui referendum dell’8 e 9 giugno, la propensione al voto oscilla già tra il 32 e il 38% senza che vi sia stato un solo minuto di dibattito sul tema nei principali canali televisivi – scrive – Le forze di Governo puntano all’astensione perché preferiscono scappare dalla volontà popolare piuttosto che entrare nel merito dei temi: ieri il presidente La Russa, annunciando che farà campagna attiva perché la gente stia a casa, ha svelato tutta la paura che la maggioranza ha rispetto al voto dell’8 e 9 giugno. Ecco perché faccio un appello a tutte le forze di opposizione: serve una mobilitazione straordinaria, il momento di entrare in campagna è questo, di scendere con noi nelle piazze, nelle strade a parlare con le persone è questo».
«L’8 e 9 giugno 2025 possiamo cambiare davvero le cose. Il presidente del Senato La Russa e tutto il Governo hanno scelto di fare campagna per il non voto al referendum – ha scritto Giuseppe Conte su FB – Vogliono che la gente rimanga a casa, che non eserciti il proprio diritto di voto, che dilaghi l’astensionismo. E invece con il nostro voto possiamo fermare i licenziamenti illegittimi, possiamo dare più tutele ai lavoratori delle piccole imprese, possiamo ridurre il lavoro precario, possiamo creare più sicurezza sul lavoro e più responsabilità negli appalti. Il Movimento 5 Stelle dirà quattro volte sì in modo convinto. Non fate come La Russa. Andiamo a votare in massa».
Il portavoce di La Russa, Emiliano Arrigo, ha poi provato a chiarire la situazione. «Premesso che ieri il presidente La Russa ha confermato di essere personalmente orientato a volersi recare a votare, si sottolinea che lo stesso abbia altresì voluto ribadire, con una frase comiziale, il diritto degli elettori di poter lecitamente anche scegliere di astenersi dal voto – ha detto – Una possibilità che è ancora più evidente negli appuntamenti referendari dove è previsto un quorum per la validità. In ogni caso, il presidente La Russa -viene sottolineato- ha più volte ricordato che, a differenza del Presidente della Repubblica, i presidenti del Senato restano regolarmente iscritti al partito e al gruppo parlamentare di appartenenza proprio perché l’obbligo di neutralità è circoscritto unicamente all’esercizio delle loro funzioni. In una iniziativa promossa da Fratelli d’Italia, sostenere che sia da seguire la posizione ufficiale del partito è non solo lecito ma quasi doveroso. Anche se poi, in concreto, nell’agenda del presidente non è previsto alcun appuntamento o attività di propaganda referendaria».