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Giuseppe Conte M5S in occasione del voto sulla nomina dei consiglieri di amministrazione Rai tenutosi alla Camera dei Deputati a Roma
E'divenuta ancora più larga, ieri, la faglia che ha separato M5s dal Pd sulla questione del rinnova del Cda Rai. Il voto parlamentare che si è svolto in mattinata, sia alla Camera che al Senato, ha certificato la frattura tra la segretaria dem Elly Schlein e i leader pentastellato Giuseppe Conte, che hanno assunto due linee non semplicemente differenti sul voto, ma addirittura contrapposte. Nella giornata di mercoledì, infatti, l'ex- premier si era bruscamente smarcato dal Nazareno, annunciando che il Movimento avrebbe partecipato al voto per nominare quattro componenti del Consiglio d'amministrazione di viale Mazzini, dopo che Schlein aveva lasciato intendere che la linea dell'Aventino fosse stata condivisa da tutto il “Campo Largo”.
Invece, non solo Conte ha mandato in avanscoperta la fedelissima Barbara Floridia, presidente della commissione di Vigilanza Rai, per farle dichiarare che eleggere un consigliere fosse cosa buona e giusta, ma ha polemizzato col Pd sottolineando che, dal momento che il centrodestra aveva calendarizzato la riforma della Rai al Senato a partire dal primo ottobre, la linea dura di Schlein non si giustificava. A rendere il quadro ancora più contrastato, la scelta di Avs di seguire Conte, lasciando la leader dem isolata sull'Aventino. Secondo i bene informati, non sarebbero mancati dei mal di pancia, nella riunione dei gruppi parlamentari dem di mercoledì sera, rispetto alla determinazione di Schlein nel resistere sulla linea di non partecipazione al voto, ma alla fine è questa quella che ha prevalso, innescando ulteriori polemiche.
Quanto agli esiti del voto, M5s e Avs hanno eletto alla Camera Roberto Natale, ex- presidente della Fnsi e al Senato Alessandro Di Majo ( il primo in quota sinistra, il secondo in quota pentastellata) mentre il centrodestra ha portato in consiglio d'amministrazione Antonio Marano (ex- vicedirettore di Rai2, vicino alla Lega) e la giornalista Federica Frangi, vicina a FdI. Al voto, oltre al Pd, non hanno partecipato Iv e Azione, che in questo caso hanno fatto asse coi dem.
Ruvidi, come detti, i toni tra Conte e Schlein. Il leader pentastellato, proprio mentre partecipava ad un'iniziativa unitaria dell'opposizione sui referendum contro l'autonomia differenziata, su questo punto ha rimarcato le differenze di veduta coi dem: «Il Cda di un servizio pubblico», ha affermato, «deve essere doverosamente presidiato dalle forze di opposizione,
che devono esercitare una funzione di vigilanza e di controllo. Quando si parla di ' poltrone'», ha poi aggiunto rivolgendosi alla segretaria dem, «vorrei che non fosse distratta l'attenzione: qui si parla di posizioni di rappresentanza dell'opposizione che vanno doverosamente presidiate. Chi fa l'Aventino, lo deve fare per le direzioni, per le testate. Ci aspettiamo un Pd conseguente, dopo decenni e decenni di segno diverso che fin qui ha dato alla Rai». «Il Pd», ha replicato Schlein, «è rimasto sulla posizione che era di tutte le opposizioni fino a ieri ( mercoledì, ndr). Noi rimaniamo coerenti con l'idea che sia sbagliato rinnovare un consiglio di amministrazione che sostanzialmente è già fuori legge perché il Media Freedom Act europeo è un regolamento già entrato in vigore. Scegliamo di non partecipare al voto», ha concluso, «esattamente in linea con quanto abbiamo sostenuto insieme a tutte le altre opposizioni in tutte queste settimane».
Amare, in quest'ottica, le conclusioni di Angelo Bonelli, di Avs: «Il campo largo», ha affermato, «non esiste. Perché se esistesse avremmo una situazione differente. E' un lavoro che dobbiamo fare con molta pazienza, ci riusciremo». Ha rincarato la dose Floridia, affermando che «avere a cuore la democrazia significa portare avanti risultati concreti, non solo proteste». Non si è fatto ovviamente sfuggire l'occasione di allargare i cuneo tra M5s e Pd il presidente dei senatori di Fi, Maurizio Gasparri: «Vedo con soddisfazione che la mia considerazione sul fatto che se il Pd andasse sull'Aventino si dovrebbe portare le decine e decine di dirigenti, direttori e capi Rai che negli anni ha allevato, sta facendo scuola. L'ho letta su giornali notoriamente antagonisti e la vedo saggiamente espressa da Conte. Una grande soddisfazione».
Il prossimo step parlamentare riguardante il servizio pubblico sarà il voto per il presidente, per il quale occorrono i due terzi favorevoli in commissione di Vigilanza. Attualmente, alla maggioranza, per eleggere la designata Simona Agnes ( in quota Fi) mancherebbero un paio di voti.