«Nelle ultime 48 ore abbiamo chiuso la Giunta». L’entourage della sindaca di Roma, Virgina Raggi, prova a rasserenare il clima, annunciando l’imminente ufficializzazione della nuova Amministrazione. Sarà un esecutivo «forte e con le mani libere, che lavorerà nell’esclusivo interesse dei cittadini romani», garantiscono. Ma di nomi, per ora, non ne fa nessuno, la futura squadra di governo verrà resa nota domani, in occasione del primo consiglio comunale. O almeno così si spera, visto che fino ad oggi la partita romana è stata segnata da continui ripensamenti e colpi di scena, figli di un difficilissimo rapporto di mediazione tra capi corrente. Un tira e molla - farcito di complotti, dossieraggi e imboscate - che ha mandato su tutte le furie Beppe Grillo e Davide Casaleggio, consapevoli che sul Campidoglio si decide il destino di tutto il Movimento 5 stelle. Allo Staff centrale non è andato giù, in particolare, il protagonismo esasperato di alcuni pezzi da novanta del partito, troppo simile alle dinamiche della “vecchia politica”. Tanto da costringere il vicepresidente della Camera e candidato presidente del Consiglio in pectore, Luigi Di Maio, a intervenire direttamente sul Blog per smentire i retroscena pubblicati nelle ultime settimane. «Quello che state leggendo sui giornali in questi giorni è falso. Dal gossip su Roma, alle telefonate, alle correnti, alle beghe interne, addirittura le invenzioni sui litigi con Grillo», ha scritto ieri mattina l’appena trentenne leader pentastellato. Che definisce le guerre intestine «allucinazioni di giornalisti che da quando è finita la prima Repubblica non azzeccano uno scenario neanche se glielo passa il diretto interessato». Luigi Di Maio, dunque, sposta le attenzioni sulla stampa, rispolverando il vecchio copione del Movimento vittima della cattiva informazione. «Niente di nuovo. Avevamo previsto che sarebbero stati tutti contro Virginia e la sua Giunta», dice l’esponente grillino. «Ma siamo un gruppo compatto e forte. Siamo una comunità. Per quanto provino a farci apparire come gli altri, ogni volta la loro disinformazione gli si rivolta contro come un boomerang».Peccato che la stampa, ad esempio, non c’entri nulla con la nomina di Daniele Frongia, promosso capo di gabinetto nonostante la legge Severino vieti esplicitamente a un consigliere comunale di ricoprire quel ruolo. Era stata Raggi in persona a garantire: «I pareri li abbiamo già chiesti e ottenuti prima di procedere alla nomina, altrimenti non avremmo proceduto in tal senso. Daniele Frongia è già stato nominato capo di gabinetto. Ho chiesto i pareri proprio per capire se vi fossero problemi e ho avuto risposte positive in merito all’assenza di qualunque incompatibilità o inconferibilità». E non sono attribuibili ai giornalisti neanche le manovre messe in atto proprio per aggirare la Severino e consentire a Frongia di mantenere il proprio incarico. Come? Nominando un vice che firmasse gli atti al posto suo, quel tale Raffaele Marra, già collaboratore di Gianni Alemanno, accolto con particolare freddezza da Roberta Lombardi che sul vice capo di gabinetto dice: «Ho conosciuto il dottor Marra ieri, ho letto anche io di questi suoi incarichi precedenti. Ora capiremo se è stata una nomina ponderata, ci sarà un approfondimento. Abbiamo anche l’umiltà di dire che, se facciamo dei piccoli errori, li rimediamo subito». Toni diametralmente opposti a quelli utilizzati proprio da Luigi Di Maio un paio di giorni dopo, che su Marra mette stranamente in mostra il suo lato più flessibile: «Chi in questi anni ha dimostrato buona volontà, competenze e storia personale all’interno della macchina amministrativa, ci venga a dare una mano».Non ci vuole un cronista malizioso per capire che a Roma qualcosa non funziona. Frongia, nel frattempo, rischia di essere revocato e probabilmente andrà a fare il vice sindaco. Carica, quest’ultima, che Lombardi avrebbe voluto per il suo protetto Marcello De Vito, il grillino più votato ma avversato da Raggi, che si dovrà accontentare della presidenza del consiglio comunale. Per la lista definitiva degli assessori, in parte già annunciata, non resta che aspettare domani, quando Virginia Raggi presenterà la sua Giunta in Assemblea. Forse.