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Renzi e Calenda
Dopo il terremoto, ora è il momento delle ripicche e degli attacchi. Azione, decapitata ai vertici dalla fuoriuscita di Maria Stella Gelmini Mara Carfagna, alle quali si aggiungono quelle Enrico Costa e Giusy Versace, sta vivendo la fase più delicata dalla sua fondazione, ormai cinque anni fa. E Carlo Calenda non ha accolto benissimo, per usare un eufemismo, l’addio delle sue ex, rispettivamente, presidente e vicesegretaria del partito.
Il logoramento dei rapporti con Gelmini e Carfagna «è avvenuto nel corso dei mesi», ha spiegato l’ex ministro. «Noi abbiamo accolto Mariastella e Mara non per il loro passato nel governo Berlusconi ma perché sono state ministre del governo Draghi che sono uscite da FI quando votò la sfiducia a Draghi - ha aggiunto - E noi abbiamo pensato che era un atto di coraggio e che era giusto aprire Azione a componenti moderate a popolari». Per poi attaccare frontalmente le due parlamentari. «È un comportamento che dimostra quello che sappiamo esserci nella politica italiana, mancanza di etica pubblica e un po’ di senso dell’onore perché queste due persone sono state elette da cittadini che hanno votato Azione, non sono nel maggioritario, per stare all’opposizione del governo Meloni e per due anni hanno votato contro il governo Meloni». Per poi parlare di errore nel «valutarle da un singolo atto e non per tutta la storia precedente».
Una presa di posizione che testimonia il clima quantomeno teso che si vive nel partito, in attesa di una nuova svolta annunciata nelle scorse ore da Ettore Rosato. Che tuttavia non ha negato di essere rimasti «in quattro gatti» e che dunque si dovrà necessariamente ragionare sul da farsi.
Ma intanto sia da Forza Italia che da Italia viva, cioè gli altri due bacini, oltre a Più Europa, più vicini ad Azione, si butta benzina sul fuoco, rimarcando errori e prese di posizione da parte dello stesso Calenda e non solo «Solidarietà alle colleghe Mara Carfagna, Maria Stella Gelmini e Giusy Versace per i volgarissimi insulti che Carlo Calenda ha rivolto loro - ha detto la ccordinatrice nazionale di Iv, Lella Paita - La politica non si fa con la rabbia ma con la forza della ragione: si vede proprio che questo non è il suo mestiere».
L’attacco è stata una risposta a Calenda, che poche ore prima aveva detto di aver «commesso degli errori, come fare un’operazione con una persona che sapevo essere poco affidabile». Secondo Calenda «il centro non ha funzionato in Italia per molti anni perché è stato il luogo dell’intrallazzo, ma Azione non lo farà».
E da Milano, dove Iv ha festeggiato assieme alla comunità di Iv il “compleanno” del partito, Matteo Renzi ha insistito sulla necessità di un campo largo da contrapporre alla destra di Meloni. «Noi abbiamo un paese nel quale i leader politici becchettono e litigano tutti i giorni - ha scritto nella newsletter - Io vorrei farli smettere di litigare sulle antipatie e simpatie e provare ad andare sui contenuti e parlare di cose concrete: penso che la Schlein sia una persona molto diversa da me. Abbiamo idee molto diverse su molte cose ma lei dice ’ se vogliamo fare un centrosinistra alternativa dobbiamo cercare i punti che ci uniscono e non che ci dividono».
Chi invece di unioni non ne vuol proprio sapere, a proposito di un possibile ritorno in Forza Italia, è Licia Ronzulli, che ha espresso il suo netto parere a riguardo. «Diciamo che non sono uscite proprio in punta di piedi da Forza Italia, ma in pieno dissenso dalle scelte fatte dal Presidente Berlusconi - E la notizia di un loro eventuale ritorno nel nostro partito, che non difetta del vizio della memoria, stava facendo rumore. E anche loro lo sanno bene».
Poco male, perché l’approdo delle tre fuoriuscite da Azione in Noi moderati è cosa fatta. Dopo l’incontro con il leader del partito, Maurizio Lupi, avvenuto a Roma, Carfagna ha spiegato che «adesso ricomincia un complesso lavoro di costruzione politica, con gli amici che condividono questa analisi e soprattutto il progetto di “far contare di più i moderati italiani», aggiungendo che «non sarà facile», ma che «ci metterò tutto il mio impegno come ho sempre fatto».