Consentire a un magistrato di occupare un ruolo tecnico per conto di un'amministrazione locale è contrario all'interesse dell'amministrazione giudiziaria. Ma se lo stesso magistrato chiedesse di ricoprire un incarico politico per conto di una Giunta comunale non ci sarebbe niente di male a concedere il "fuori ruolo". La tesi sembra ardita, eppure corrisponde alla visione di Alessio Zaccaria, consigliere laico del Csm eletto in quota Movimento 5 stelle. La toga in questione è quella di Carla Raineri, giudice della Corte d'Appello di Milano, da pochi giorni capo di Gabinetto della sindaca di Roma Virginia Raggi. Il 29 luglio, il Plenum del Consiglio superiore ha dato l'ok alla magistrata per il trasferimento momentaneo in Campidoglio, con voto favorevole di Zaccaria. Nulla di strano se lo stesso consigliere, sei mesi prima, non si fosse opposto con veemenza alla pretesa del prefetto Francesco Paolo Tronca di distaccare dal suo ruolo Raineri per farla entrare nel team del commissario straordinario capitolino come capo dell'anti corruzione. Il 22 dicembre 2015, infatti, Zaccaria definì «febbricitante» la richiesta di Tronca. «La vera ragione che viene addotta (dal commissario di Roma, ndr) per giustificare il collocamento fuori ruolo è data dall'esigenza di avere un magistrato nella Giunta capitolina perché fa immagine», ragionava solo sei mesi fa Alessio Zaccaria. Per il laico grillino, il "fuori ruolo" è una cosa seria e «va concesso se corrisponde all'amministrazione della giustizia, se vi è un interesse dell'amministrazione della giustizia in senso oggettivo e soggettivo». E per Zaccaria concedere a Carla Raineri di entrare nella squadra di Tronca non ha alcun senso. Poco importa se la giudice si sarebbe dovuta occupare di appalti, materia di cui è esperta, «non è necessario un magistrato per parlare di appalti», spiega. Bisogna tenere sempre in considerazione le ricadute «provenienti dallo svolgimento dell'incarico fuori ruolo sotto il profilo della lesione dell'immagine di imparzialità e di indipendenza del magistrato». Insomma, è bene che un magistrato non si immischi in altre faccende, se non in casi straordinari.L'intransigenza di Zaccaria, però, sparisce pochi mesi dopo. A Roma si è insediata una nuova Giunta a guida 5 stelle e Virginia Raggi vuole l'ex collaboratrice di Tronca come capo del suo Gabinetto, un ruolo fiduciario del sindaco. Il consigliere del Csm, a sorpresa, vota a favore del "fuori ruolo" politico, tra l'incredulità dei colleghi. «Darò il mio voto positivo e lo devo esplicitare perché non ci potete credere», dice al Plenum il 29 luglio. «Nel precedente caso di incarico alla dottoressa Raineri non solo avevo votato contro ma avevo portato una proposta contraria. Si trattava di una posizione non legislativamente prevista. Il caso di oggi è completamente diverso perché stiamo parlando di una posizione che è legislativamente prevista», spiega Zaccaria che poi, imbarazzato, aggiunge: «Ho una sola preoccupazione, non vorrei essere visto come qualcuno che vuole favorire il sindaco di Roma, non vorrei che fosse data questa lettura».