La prescrizione minaccia di essere a tutti gli effetti la prima battaglia campale del nuovo anno. Anche il leader leghista Matteo Salvini, ieri, è intervenuto sul tema. «Sulla prescrizione la nostra posizione è la stessa dell’anno scorso e di due anni fa: sospendemmo il blocco della prescrizione che i Cinque Stelle volevano in vigore già l’anno scorso, dicendo che se entra in vigore solo questo pezzo di riforma senza l’accorciamento dei tempi dei processi è un casino, un disastro. Dissero “va bene Salvini, hai ragione, faremo la riforma”. La riforma del processo penale è scomparsa, non se ne hanno notizie», ha riassunto. Dunque, ha concluso, «Se entra in vigore quell’effetto lì è chiaro che è un obbrobrio, uno scempio, un non senso» e ha sottolineato come «Gli avvocati di tutta Italia da Palermo a Treviso, forse per la prima volta nella storia, sono in protesta perché questo complica il loro lavoro, allunga i tempi della giustizia ma soprattutto tiene sotto perenne processo e sotto sequestro di persona milioni di italiani».

Eppure, la ricostruzione non convince in particolare i dem, che non ci stanno ad essere considerati complici dei 5 Stelle nell’entrata in vigore di una legge che è stata approvata quando al governo c’era proprio la Lega. «Sulla prescrizione si discute molto ma forse vanno ristabilite un paio di verità. La sospensione della prescrizione entrata in vigore dal 1 gennaio è l’effetto di una legge votata dallo scorso governo», ha scritto Franco Mirabelli, vice presidente dei senatori del Pd.

«Il Pd ha votato contro quella legge ed è impegnato a modificarla perchè non serve solo riformare il processo per renderlo più veloce ma anche garantire il principio della ragionevolezza dei tempi e che ci sia un termine. Salvini e la Bongiorno, che oggi fanno la solita propaganda contro il Pd, quella legge l’hanno proposta e votata. Hanno deciso loro coi 5 stelle di togliere la prescrizione dal primo gennaio. Si assumano le loro responsabilità anzichè scaricarle su chi non c’entra. La Lega come al solito fa i danni e poi nasconde la mano», conclude. La partita, comunque, rimane complicata e aperta e minaccia di aprire la prima vera frattura all’interno della maggioranza.