È ancora altissima l’attenzione sulle parole del ministro agli Affari europei, con delega al Pnrr, Raffaele Fitto, sullo stato d’avanzamento del Piano nazionale di ripresa a resilienza. Dopo le prese di posizione dei Comuni, che attraverso il presidente dell’Anci e primo cittadino di Bari Antonio Decaro hanno chiesto chiarezza sui 16 miliardi di fondi a loro destinati per la prevenzione del dissesto idrogeologico, ieri è toccato al presidente della Conferenza Stato Regioni e presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, dare la sua versione die fatti su quel che sta accadendo tra Roma e i territori.

«Le Regioni sono pronte a collaborare per il processo di rimodulazione del Pnrr: lo riteniamo fondamentale per il successo degli interventi che dovranno concludersi rispettando il termine del 2026 al fine di garantire la piena attuazione del piano - ha detto l’esponente leghista - Il documento sulle proposte di revisione delle singole misure è stato oggetto oggi ( ieri, ndr) di discussione all’interno della Conferenza delle Regioni, dopo la sua presentazione nella Cabina di regia».

Il dialogo costante con gli enti locali è infatti uno dei punti cardine per il buon successo del Piano, visto che finora il problema principale non è stato tanto reperire i soldi da Bruxelles quanto saperli poi gestire “girandoli” a Regioni e Comuni. Un conto è far arrivare decine e decine di miliardi dall’Ue, rispettando gli impegni presi con la Commissione, un altro è saperli stendere sul territorio garantendo la piena attuazione dei progetti da realizzare.

«Alla fase di elaborazione del documento di revisione non abbiamo lavorato, ma cogliamo positivamente la disponibilità del ministro al confronto e al dialogo - ha proseguito Fedriga - Si propone pertanto una revisione che individua per le misure oggetto di revisione, o di stralcio dal Pnrr, fonti di finanziamenti afferenti alle politiche di coesione e in particolare al Fsc».

Cioè il Fondo di sviluppo e coesione, dal quale le Regioni vorrebbero attingere per coprire i buchi derivanti dalle modifiche al Pnrr. «Occorre, per questo, rafforzare i meccanismi di raccordo e il supporto con le Amministrazioni regionali e le Province autonome - insiste il presidente del Friuli Venezia Giulia - soprattutto in relazione alle questioni tecniche, di attuazione e monitoraggio, in considerazione della definizione di misure correttive necessarie al superamento delle criticità o propedeutiche alla formulazione di proposte di aggiornamento o modifica del Pnrr, anche attraverso la costituzione di una specifica cabina di regia».

Insomma le Regioni chiedono un miglioramento nella struttura che rende possibile dialogo con Roma. «Sarà quindi necessario un confronto al fine di assicurare un allineamento e una coerenza con le progettualità e le programmazioni regionali già avviate - conclude Fedriga Per questi motivi ho scritto al ministro Fitto per un incontro al fine di affrontare le nostre richieste e proposte». Un faccia a faccia che nelle scorse ore era stato chiesto anche dai sindaci e che vedrà Fitto impegnato nel far “digerire” le modifiche allontanando l’ipotesi che a Comuni e Regioni vengano tolti dei fondi.

Il tutto mentre s’infiamma la polemica politica, e se per Forza Italia spiegano come Fitto stia facendo «benissimo» per Alleanza Verdi Sinistra «il piano è stato stravolto» e «ora ci sono meo soldi per i cittadini e più risorse per le imprese».