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Il giorno delle due sinistre e delle due piazze è arrivato. Da una parte quella del segretario del Pd Matteo Renzi che a Milano ha radunato i circoli dem; e dall’altra quella dell’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia, che ha scelto di lanciare la sfida a Renzi da piazza santi Aspostoli, luogo simbolo dell’ulivismo prodiano. E che il rapporto non tra il professore e il rottamatore sia ai minimi storici non è un segre- to, come non è un segreto il legame sempre più stretto tra l’ex presidente della commissione europea e Pisapia. Del resto il retropalco di piazza santi Apostoli sarà affollatissimo di colonnelli prodiani, dalemiani, bersanini. Per non parlare degli uomini dell’ex presidente Napolitano il quale sembra aver perso ogni speranza ( e ogni controllo) nei confronti di Renzi. E non a caso proprio ieri si è fatto vivo il guardasigilli Andrea Orlando, punto di riferimento della sinistra interna ( ed esterna) del Pd e uomo molto vicino all’ex capo dello Stato: «Non può esistere un Pd senza centrosinistra. Il Pd da solo non è autosufficiente», ha infatti dichiarato il ministro della giustizia che ha confermato la sua presenza in piazza Santi apostoli. «Un Pd indipendente dalle altre forze di sinistra, come sembra volere Renzi, non può stare in piedi», ha spiegato. Ma quanto vale in termini elettorali una forza di sinistra alternativa al Pd? I sondaggisti si dividono. Renato Mannheimer, fondatore di Ispo, spiega che «potrebbero posizionarsi tra il 5 e il 10%». Per Nicola Piepoli «se Pisapia si ferma a Mdp, ai Bersaniani, quello schieramento non conterà nulla, siamo a percentuali sotto il 2- 3%, ma se invece si raduna tutta insieme la forza di sinistra che c’è fuori dal Pd, allora le cose potrebbero cambiare», perché si potrebbe arrivare a una forza «in grado di fare un alleanza di governo di centrosinistra con il partito democratico», spiega il sondaggista, sottolineando che «da sindaco di Milano Pisapia ha sorpreso per le sue capacità di aggregatore»