Giornata di tensione al Nazareno con il Pd che ha rischiato di implodere ancora prima del voto di febbraio. La direzione nazionale, originariamente convocata per le 14, è slittata alle 19 proprio per evitare una conta interna che avrebbe spaccato il partito. Pomo della discordia: le modalità di voto alle primarie che sono state ufficialmente spostate al 26 febbraio per evitare l’accavallamento con le elezioni regionale di Lazio e Lombardia.

Alla fine dopo un pomeriggio di incontri e riunioni informali tra i “diplomatici” delle quattro mozioni si è riusciti ad evitare il peggio e, in qualche modo, arrivare ad una soluzione intermedia per evitare la resa dei conti in direzione. L’accordo prevede il via libera anche al voto online per le primarie, ma limitatamente ad alcuni casi specifici, come gli studenti fuori sede, gli anziani, i disabili e chi abita in zone troppo impervie.

La proposta del voto online lanciata da Elly Schlein aveva provocato la dura presa di posizione sia di Stefano Bonaccini che di Paola De Micheli, contrari al cambio delle regole in corsa. Più possibilista Gianni Cuperlo, ma una votazione sul punto sarebbe stata dall’esito assai incerto e, soprattutto, sarebbe stato un pessimo segnale in vista della conclusione del congresso, così come aveva ammonito già dalla giornata precedente il segretario dimissionario Enrico Letta. «Abbiamo evitato spaccature deleterie», ha detto il segretario in direzione. «Adesso concentriamoci su ciò che il congresso e la fase costituente possono dare per il nostro rilancio. Vedo rispetto reciproco tra i candidati, valorizziamolo».

Il criterio individuato consiste nel consentire il voto on line a chi è impossibilitato al voto in presenza, sia per motivi di salute sia logistici. La definizione precisa delle regole verrà definita dalla Commissione nazionale per il congresso che sarà designata sempre dalla direzione. Fra i temi che restano da definire, ad esempio, anche quello relativo al voto di chi si trova all'estero.

In linea di massima, e con gli aggiustamenti che saranno individuati dalla Commissione ad hoc, chi vorrà votare online alle prossime elezioni primarie dovrà iscriversi ad un’application form ad hoc, sulla piattaforma delle primarie, entro il 12 febbraio, tramite lo spid.

«Il buonsenso prevale, il Pd è come una grande famiglia, quando ci sono le sfide più importanti si ritrova – le parole del senatore Pd Alessandro Alfieri poco prima dell’inizio della direzione di ieri sera - Non penso ci sia un rischio scissione, quando ci si riconosce si lavora insieme. Ci si confronta, si discute anche animatamente ma questa è la differenza rispetto agli altri partiti. Nei partiti personali decide una persona per tutti, quando vuoi stare in una grande comunità democratica si discute. Ci si impiega un po' di più ma a quello non vogliamo rinunciare. Le regole del gioco sono importante, non si scherza. Anche sull' online ci vuole una piattaforma sicura, ci vuole lo spid». E un sospiro di sollievo arriva dagli esponenti di tutte le correnti. «Dividerci sulle regole sarebbe stata una cosa assurda – ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella, sostenitore di Stefano Bonaccini -. Senza stravolgere la nostra natura abbiamo introdotto alcune regole di buonsenso. La partecipazione deve essere soprattutto fisica, di popolo. Per persone che hanno oggettive difficoltà, dimostrabili, a votare in presenza ci sarà il voto online».

E del resto era stato lo stesso governatore dell’Emilia Romagna a prendere una dura posizione sulla possibilità di una conta in direzione. «Rischiamo di essere individuati come marziani – aveva detto Bonaccini dopo lo slittamento della direzione - se ci spacchiamo sulle regole. Io vorrei che cominciassimo a discutere, per riportare la gente a votare Pd, di sanità, scuola, lavoro, ambiente. Noi dobbiamo parlare dei problemi dei cittadini e non regole interne al Pd, che avevamo già cambiato e su cui mi auguro si arrivi a un accordo».

Il segretario Enrico Letta, in apertura dei lavori, si è dichiarato soddisfatto: «Abbiamo evitato spaccature deleterie. Adesso concentriamoci su ciò che il congresso e la fase costituente possono dare per il nostro rilancio. Il punto di equilibrio trovato oggi scontenta qualcuno ma è il più avanzato possibile. Siamo una comunità di donne e uomini che vive emozioni profonde. Tutti avete fatto lo sforzo di superare le difficoltà. Questo mi dà la speranza che ce la possiamo fare. Solo uniti possiamo combattere per il Pd e per il Paese».