«Le mie ferie? Eccole, io sono già in vacanza! ». Stefano Parisi, mentre parla con Il Dubbio, indica la folla che lo reclama, per un selfie, un'ultima domanda, una stretta di mano. Camicia azzurrina, collo button down e maniche arrotolate e jeans, ride divertito. Sabato 13, antivigilia di Ferragosto, le otto di sera passate, i bagliori del tramonto scendono sulla lunga spiaggia di Marina di Montalto di Castro (Viterbo). Il giovane sindaco quarantenne, Sergio Caci di Forza Italia (in ufficio tiene bene in mostra la sua foto con «Silvio») fatica come un vigile urbano a smistare il traffico intorno a Parisi. Non sono bastate più di due ore filate di dibattito, in cui tra ripetuti applausi, l'uomo chiamato da Berlusconi a rilanciare Forza Italia e a ritessere le fila del centrodestra è stato intervistato dal giornalista del Corriere della sera Sergio Rizzo: sono ancora tutti lì, nella piazzetta del centro commerciale, a reclamare «Stefano». Guai a chiamarlo «Dottor Parisi», perché lui a tutti dice: «Oh ma che fate? Datemi del tu». Il politico-manager è, come sempre, molto alla mano, pieno di battute, tipo «sento un certo odorino» a proposito di quello che arriva da un ristorante vicino, per ricordare scherzando che si è fatta ora di cena. Giovanni Toti, governatore ligure, il colonnello azzurro più critico nei confronti del manager di «Chili Tv»,  (ex di tanti prestigiosi incarichi a cominciare da quello di consulente economico con Renato Brunetta del governo Craxi fino a direttore generale di Confindustria) che contemporaneamente dal mare della Versilia ha attaccato «Stefano», se fosse stato a Marina di Montalto chissà di fronte a questo bagno di folla magari anche solo un quarto d'ora di sonno l'avrebbe perduta. Contrariamente a quanto Toti ha dichiarato di fronte all'annuncio di Parisi, dato al termine del dibattito, di non escludere di candidarsi qualora ci fossero le primarie del centrodestra. E però Parisi con Il Dubbio smentisce ancora una volta di voler fare il candidato premier. Ci sarebbe da credergli perché ha l'aria di uno che, con i suoi 60 anni sbandierati a tutti ma con l'aspetto del baby boomer eterno ragazzo, sembra dire che a lui basterebbe già questo tuffo inaspettato e "entusiasmante" nella politica, iniziato con la sua candidatura a sindaco di Milano.Anzi, un ri-tuffo da quando ventenne a Roma era segretario della Federazione dei giovani socialisti. Con Rizzo rivendica il suo essere stato un civil servant, più comunemente detto «burocrate» (governi Craxi, De Mita e Ciampi) perché, replica pungente al coautore con Gian Antonio Stella del best seller "La Casta" (Rizzoli) «non è vero che la burocrazia è irriformabile quando c'è una politica che sa decidere, con questa politica il burocrate è riformista». Parisi che lavorava con Brunetta, oggi presidente dei deputati azzurri, autore materiale del decreto di S. Valentino, parla a ragion veduta. Applausi anche quando rivendica il ritorno al primato della politica e attacca: «In Italia fa più politica la magistratura che la politica stessa, la quale ha paura di se stessa ». Mena, con il sorriso sulla bocca, un fendente dietro l'altro al governo Renzi, ai «suoi blogger» e al suo referendum, al quale contrappone, se vincesse il No, un'assemblea costituente e al posto dell'Italicum propone una legge elettorale proporzionale «con forte soglia di sbarramento». Anche se, precisa, «è solo una mia idea». Il Dubbio, in una bolgia di selfie, brindisi, pacche d'incoraggiamento, gli pone alcune domande.Dottor Parisi, lei di fatto sembra già parlare da candidato premier. Ha detto anche che parteciperebbe alle primarie. Sarà lei l'anti-Renzi del centrodestra?No, no. Non sono assolutamente candidato a niente. Sono ovviamente nello schieramento opposto a quello di Renzi e sto proponendo dei programmi per rinforzare il centrodestra, poi si vedrà.La convention a Milano del 16 e 17 settembre ci riserverà sorprese? Per esempio, il leader leghista Salvini lo ha invitato?La convention è aperta, non ci sono inviti, chi vuol venire venga. Tutti possono farlo. Non ci saranno politici che parlano perché è una conferenza programmatica di persone che non hanno fatto politica o che l'hanno fatta tanti anni fa e che oggi vogliono dare una mano alla ricostruzione di una grande area liberal-popolare.Intanto, dentro Forza Italia c'è chi l'applaude, come dimostra anche questa manifestazione di Marina di Montalto, ma anche chi la contesta. Toti è tornato all'attacco e non è il solo ad essersi insospettito. Lo stesso suo amico Brunetta da un lato la elogia ma sul suo futuro politico mette paletti. Che opinione ha di queste reazioni rispetto al pieno mandato affidatole da Berlusconi in persona?Io so soltanto che sto preparando delle proposte. Credo sia bene misurarsi con queste e basta.Intanto, però a generare sospetti tra gli azzurri e nel centrodestra ci si è messo anche un fiorire di account sui social network, ovviamente non suoi, che inneggiano a "Parisi leader".Succede di tutto e di più. Io però faccio tutt'altro, non questo.Lei propone il proporzionale seppur con forte soglia di sbarramento, qui però Matteo Salvini e alcuni colonnelli refrattari azzurri, potrebbero a maggior ragione di nuovo accusarla di inciucio centrista e di non voler mandare a casa il premier. Cosa replica?Ma quale inciucio centrista! Non è la prima volta che parlo di proporzionale, con alta soglia di sbarramento, è una mia idea. Ma, attenzione: va accompagnato da un premierato forte, dalla sfiducia costruttiva nei confronti del governo.Insomma, un po' come il sistema del cancellierato tedesco?L'esempio può essere calzante.Con il proporzionale intende superare il tripolarismo italiano?No, tutt'altro. Semmai andrebbe nella direzione di rappresentarlo in maniera più equilibrata. Ma questa è soltanto una proposta.Ma è un tentativo di depotenziare a ali estreme i Cinque Stelle e fare in modo che la competizione avvenga tra centrodestra e centrosinistra?No, con il proporzionale tutti gli schieramenti sarebbero rappresentati in parlamento a differenza di quello che avverrebbe con un premio di maggioranza molto forte (previsto dall'Italicum ndr). Ma non è la mia proposta elettorale, io dico solo che sarebbe auspicabile una cosa di questo tipo. La mia proposta è quella di correggere l'Italicum introducendo il premio alla coalizione, non al partito e togliere il secondo turno.Come ha trovato Berlusconi quando lo ha recentemente incontrato?Si sta riprendendo benissimo. L'ho trovato alla grande. Il presidente ha le celebri sette viteUna delle sue due figlie che lo ha accompagnato qui (con l'ex direttore di Rai International Daniele Renzoni suo portavoce per le Tv, mentre Cinzia Messori lo è per la stampa) lo sta aspettando sorridendo per tornare con lui nella località di vacanza qui vicino dove Parisi trascorre il Ferragosto. Le località di vacanza da sempre assumono una simbologia politica. È sicuramente solo un caso. Ma è un fatto che il politico-manager incaricato dal Cav di rilanciare FI, come baricentro moderato di un centrodestra rivisto e corretto, non stia nella Maremma toscana, a Capalbio, un tiro di schioppo da qui, la piccola Atene della sinistra radical-chic (che in questi giorni è in subbuglio per l'arrivo di una cinquantina di immigrati). Parisi ha scelto per il suo Ferragosto la zona attorno alla più popolar-chic Marina di Montalto, con le sue boutique alla moda, contrapposte al look minimal capalbiese, e le piste ciclabili sul lungomare, di cui il sindaco forzista va orgoglioso. Siamo a due passi dall'area archeologica di Vulci, in piena Tuscia, in quella Maremma laziale selvaggia che David Herbert Lawrence descrisse in «Paesi etruschi». Vacanze nell'Etruria meridionale per Parisi, ma anche con occhio attento all'America. Si è rifiutato di rispondere alla domanda di Rizzo su come voterebbe in Usa: «Non lo dico, intanto perché in Usa non voto e poi perché sono contrario a questi esercizi: chiunque sarà il nuovo presidente l'Italia dovrà tenerci i rapporti». Non dice neppure come voterà sua moglie e le due figlie, che invece la cittadinanza americana la hanno. Piuttosto è interessato a una cosa che dice, congedandoci, a Il Dubbio: «Forza Italia deve ripartire dal territorio». Insomma: «Non più rapportarsi dall'alto verso il basso, con il sistema delle tessere, ci vuole ascolto del territorio». Vale a dire: basta capibastone, chiosa con Il Dubbio un esegeta parisiano. Il candidato non candidato è ormai già l'uomo al centro dell'estate politica azzurra. E la cosa sembra destinata a durare.