«Gli italiani ci chiedono di costruire una nuova offerta di centrodestra perché non vogliono essere costretti a scegliere tra Renzi o Grillo, tra Renzi e il vuoto, un centrodestra a guida moderata serve al bene dell'Italia». È il messaggio chiave di Stefano Parisi in questa intervista con Il Dubbio. Lui candidato premier? «Il problema non è del candidato ma ricostruire il centrodestra. A me preme riconquistare gli elettori». Parisi parla con la forza tranquilla di chi «non dipende dalla politica», ma per la politica ha conservato l'entusiasmo di quando era capo dei giovani socialisti romani. Ricorda i suoi anni al governo Craxi con De Michelis e dice a Renzi: «Il vero coraggio riformista era di Craxi non di Berlinguer». Nel vortice di incontri romani, che lo hanno visto anche da Silvio Berlusconi a Palazzo Grazioli, l'ex candidato sindaco di Milano ha il tempo di salutare alcuni sindaci azzurri di piccoli Comuni venuti nel suo studio ai Parioli. «Forza Stefano! », gli dice Sergio Caci, giovane sindaco forzista di Montalto di Castro (Viterbo).Dottor Parisi, lei è andato giù duro con i colonnelli di Forza Italia, invitandoli a un passo indietro e questo dopo aver avuto un colloquio proprio con Berlusconi. Ha un mandato da rottamatore?No, no. Sono io responsabile di quello che dico. Non interpreto il pensiero di Berlusconi. Penso che ci sia bisogno di un rinnovamento e questo lo pensa anche lui. Un rinnovamento per riportare a votare tante persone di centrodestra che in questi anni ha perso tanti voti. Credo che, come succede sempre nella politica, ogni tanto ci sia bisogno di cambiare. Il mio non è un giudizio.Lei però da manager ha fatto l'esempio delle aziende dove finiscono dei cicli e quindi a un certo punto bisogna mettersi da parte. Insomma, è stato molto esplicito.Credo che siano concetti abbastanza naturali. Anzi, i cicli di certi partiti sono molto più rapidi di quelli avvenuti all'interno di Forza Italia. Il mio non è un atteggiamento ostile nei confronti di nessuno. E' un dato di fatto. Penso che sia necessario avere la possibilità di un ricambio. Ma non vuol dire affatto che le persone debbano andare a casa. Possono avere tante funzioni e tanti ruoli. Se il movimento politico cresce c'è spazio per tutti. Io stesso non so che ruolo avrò. Però è giusto che tutti quanti ci si metta in discussione e vedere chi funziona e chi no, chi può dare dei buoni consigli, chi può essere invece la prima linea che parla direttamente all'opinione pubblica.Renato Brunetta o Giovanni Toti e altri, scusi, non la prenderanno benissimo. O no?Ma io non personalizzerei, penso sia un dato oggettivo e sia chiaro a tutti che l'obiettivo di fondo non è mantenere Forza Italia un piccolo partito, ma farla tornare ad essere egemone nel centrodestra come forza moderata. Questo è il mio contributo.Lei però dopo quelle picconate ai vertici FI ha ammesso che Berlusconi "non è tanto caldo" con loro.Ripeto: le valutazioni non sono le sue, ma le mie e io sono responsabile di quello ho detto.Ma ha anche riferito che Berlusconi gli ha detto: "Stefano vai avanti". E in una nota il Cav elogia il suo lavoro definendolo "una utile opera di aggregazione" per tornare a vincere. Insomma, una blindatura?Berlusconi mi ha detto di andare avanti. Io sto facendo qualcosa in più rispetto all'auspicio di un forte rinnovamento, sto anche svolgendo un grande lavoro in giro per l'Italia per portare idee e forze nuove dentro il centrodestra.Preferisce parlare con i rappresentanti del territorio, sindaci, coordinatori regionali, che con quelli della nomenclatura?Ma anche tanti parlamentari parlano con me. Penso piuttosto che la cosa più importante sia mandare messaggi buoni all'opinione pubblica che è molto interessata in questo momento. C'è proprio una domanda di rinnovamento del centrodestra. Ma anche nel centrosinistra capiscono che non ci possono essere solo o Matteo Renzi o i Cinque Stelle. Quindi, per il bene dell'Italia deve tornare ad esserci una buona offerta di centrodestra.Ma al referendum ci sono elettori di Fi tentati di votare Sì proprio perché non vedono una reale e credibile alternativa di governo di centrodestra a Renzi. Non teme che la rimonta del Sì sia anche dovuta a questo?Certo. Molte persone moderate votano Sì solo perché hanno paura del vuoto, hanno paura dei Cinque Stelle. E invece questa riforma è sbagliata, bisogna votare No perché il centrodestra sarà pronto per le prossime elezioni con una offerta competitiva di programma di governo, non una offerta radicale di opposizione. Una offerta matura e moderata per il nuovo governo del Paese.Forse proprio perché questa offerta non è ancora pronta, a differenza di Brunetta o Salvini, lei parla di un "No" costruttivo e non per mandare a casa Renzi, cosa che anche Berlusconi è parso fare?Il centrodestra sarà pronto per le prossime elezioni. Deve esserlo. Renzi deve andare via perché sono innanzitutto sbagliate le sue politiche economiche. E nello stesso tempo penso che gli italiani debbano votare nel merito della riforma e non un Sì o un No a Renzi. Perché la riforma è fatta male, è sbagliata, può portare instabilità e confusione nel nostro sistema politico e istituzionale. Cosa che non possiamo permetterci perché oggi abbiamo bisogno di politiche economiche incisive.Renzi però sta cercando a tutto spiano di conquistare i vostri elettori. Non le pare?Certo, prima il Ponte sullo Stretto, poi Equitalia. Ci insegue. Per questo mi auguro che gli italiani non votino sulla base del fatto che Renzi urla con l'Europa o abbassa l'età pensionabile, ma giudicando il merito, il contenuto della riforma.Se vince il Sì o se vince il No che succederà? Quali scenari prevede?Se vince il Sì si creerà un lungo periodo di instabilità istituzionale. E si rischia di andare a votare con l'Italicum così com'è con il pericolo che Renzi vinca il referendum e Grillo le elezioni. Cosa che l'Italia non può permettersi. Questo è lo scenario più pericoloso. Se invece vince il No dal punto di vista istituzionale rimaniamo come siamo, non è un sistema ottimale ma è un sistema stabile. Poi bisognerà andare alle elezioni il prima possibile, solo dopo che il parlamento avrà approvato una nuova legge elettorale.Lei ha smentito le larghe intese, ma ha parlato di Cancellierato che le può prevedere. Quindi?Le larghe intese io penso che siano un errore perché le politiche economiche sono alternative tra noi e il centrosinistra. Il Cancellierato è un'altra cosa. Io penso che sia giusto avere un presidente del Consiglio più forte che abbia la possibilità di nominare i suoi ministri. Come prevedeva la riforma del governo Berlusconi, che era molto migliore.Lei è sempre sospettato di essere l'uomo mandato in campo da Berlusconi per il cosiddetto "inciucio" con Renzi. Come se lo spiega?Non posso vivere cercando di togliermi di mezzo il sospetto (sorride, ndr). Non è così e sarebbe un errore gravissimo del centrodestra andare a fare un governo con Renzi. Sarebbe un enorme regalo a Grillo.Che ruolo vede per Matteo Salvini, che ha ripreso la gara della leaderhip, e la sua Lega, che vuole l'uscita dall'euro, nel nuovo centrodestra, a trazione moderata, per il quale lavora?Io penso che queste posizioni non sono in grado di raggiungere la maggioranza degli italiani e siccome la tradizione del centrodestra è di governo, le leadership devono essere moderate. Poi all'interno di una coalizione ci sono sempre posizioni più radicali. Ma il punto è che l'accordo tra moderati e radicali dentro una coalizione di governo deve essere fatto su un programma concreto non sugli slogan.In cosa consiste il tour che lei ha annunciato in Europa? Andrà nelle cancellerie, chi vedrà?Stiamo organizzando un giro nelle principali cancellerie e i mercati finanziari per dare un segnale chiaro: in Italia ci sarà una prospettiva moderata e liberale e che l'alternativa a Renzi non è il vuoto, non sono i Cinque Stelle. Se vince il No non è il caos, cosa che spaventa l'Europa e gli Stati Uniti.Sarà lei il nuovo candidato premier? Anche questo tour in Europa rialimenta il sospetto.Guardi, sono veramente tediato da questa domanda. Prima di tutto bisogna ricostruire il centrodestra e la fiducia nelle persone. Poi, è evidente che chi ha più tela tesserà. Però io penso che il tema vero non è quello della leadership ma dell'esistenza del centrodestra.Come giudica il presunto Sì di Confalonieri?Capisco benissimo Confalonieri quando prende una posizione neutra. Lo fa perché non può danneggiare la sua azienda.Lei a differenza dei tanti aspiranti delfini di Berlusconi non sembra vivere il suo destino politico con la stessa ansia. Conta certo il suo prestigioso curriculum anche di civil servant. Ma è lo stesso in campo. Come è il suo stato d'animo?Io non dipendo dalla politica. Ma vivo il mio impegno con l'urgenza che sento in mezzo alla gente che ci sia un nuovo centrodestra. Ma la mia non è una vita legata alla carriera politica. Ho fatto l'imprenditore, ho fatto tante cose, se a un certo punto non avrò un successo mi ritirerò in buon ordine. Non sono disperato perché non ho un posto in parlamento, anzi in parlamento io non ci sono mai stato.Intanto è stato scritto che l'assessore leghista in Lombardia ha bloccato un finanziamento alla sua azienda "Chili tv" nonostante fosse stato assegnato da una regolare gara. Qualcuno pensa a un intervento di Salvini. E' così?"Chili" era stata la seconda azienda alla quale era stato affidato questo finanziamento alla fine del 2015, prima ancora che io entrassi in politica. E' un finanziamento dell'Unione europea e della Regione Lombardia per aiutare investimenti in tecnologia e occupazione. Eravamo la seconda azienda e ne sono passate trenta davanti a noi. Le istruttorie sono tutte a posto, mancava solo la conferma della giunta regionale. Il segretario della Lega invece ha telefonato durante la riunione di giunta per dire di bloccare. Credo sia un intervento abbastanza improprio. E contrario al funzionamento delle istituzioni perché il leader di un partito è un privato cittadino e non può interferire nelle attività di governo istituzionali. Penso sia molto grave.Parliamo del suo amico-nemico Brunetta. Sono state scintille. E lei ha contrattaccato bocciando la sua riforma della Pubblica Amministrazione. Come è il vostro rapporto?Ma Brunetta ha un carattere effervescente. Lui ha fatto grandi cose nella Amministrazione pubblica. Però trasformarla in una piattaforma digitale moderna è un'altra cosa. Questo però non per colpa di Brunetta. Devo dire anzi che lui è quello che ha fatto di più.Donato Robilotta a "Il Dubbio" ha ricordato che la sede dei giovani socialisti romani di cui lei era segretario stava a piazza Grazioli, proprio di fronte alla residenza ora di Berlusconi. Un destino?Sì, era proprio lì, di fronte a Palazzo Grazioli. Era un sottoscala, una sede molto piccola. Avevo 22 anni e lì ho passato anni bellissimi.Lei con Brunetta era nello staff di Gianni De Michelis ministro del Lavoro del governo Craxi ai tempi del decreto di S. Valentino. Quanto pesa il riformista socialista craxiano nel suo impegno di ora?Quelli che mi hanno insegnato di più sono stati De Michelis e Amato. Craxi lo incontrai la prima volta nel 1979 a una manifestazione a Piazza Navona. Io parlavo per la Fgsi due minuti. Ero lombardiano e feci un intervento molto di sinistra. Craxi mi dette una pacca sulla spalla. Poi parlò lui, di fronte a una piazza gremita. Fece il più bell'intervento autonomista e anti-comunista che io abbia mai sentito.Renzi ha bollato Craxi come "la sinistra dell'opportunismo". Come giudica questa damnatio memoriae dello statista socialista?Craxi era la sinistra del coraggio. Nel 1984 fece la riforma della scala mobile. Ha battuto la Cgil e per il Pci fu una sconfitta drammatica. Quello era vero riformismo caro Renzi, altro che Berlinguer! Il vero coraggio riformatore in quegli anni che ha dato uno spessore internazionale all'Italia, che l'ha riportata al centro della scena politica, l'ha avuto Craxi e non Berlinguer. Anche se di Craxi non condivido tutte le scelte come Sigonella: ci fu un'ambiguità perché gli italiani dovevamo essere chiaramente schierati con Israele. Ma anche sui missili a Comiso Craxi fu grande davvero. (Intanto il telefono di Parisi emette ogni tanto dei suoni: sono i messaggi di Brunetta sul No al referendum. Ne sono arrivati già tre. ndr).