«Chi ci critica preferiva il Pd di Mafia Capitale. Io lascio a ottobre quando scade il mio mandato». Matteo Orfini, convitato di pietra del dibattito democrat degli ultimi giorni - dal giorno della batosta elettorale, per la precisione - sceglie le pagine di Repubblica per passare all’attacco e chiarire che non ha alcuna intenzione di lasciare né la poltrona di presidente del partito né, almeno fino a ottobre, quella di commissario del Pd romano: città simbolo della disfatta democrat.Eppure sembrano lontani i tempi delle spensierate sfide alla playstation con il premier-segretario. A quanto pare, infatti, tra i due la luna di miele si è interrotta bruscamente con l’elezione della grillina Virginia Raggi, ascesa al Campidoglio dopo aver spezzato le reni al povero Roberto Giachetti. E così sembra proprio che Renzi sia disposto a consegnare lo scalpo di Orfini sperando che il gesto possa inaugurare una pax democrat con Bersani, Cuperlo e la minoranza dem, almeno fino al prossimo ottobre, mese del famigerato referendum costituzionale nel quale il premier si giocherà tutto. E il gesto, chissà, potrebbe convincere la minoranza dem e riuscire a zittire, almeno per qualche giorno, anche il grillo parlante D’Alema che si è pubblicamente pentito di aver allevato Matteo Orfini, suo giovane e ingrato discepolo.Ma Orfini, a quanto pare, ha tutta l’intenzione di vendere cara la pelle. Almeno a dar retta alle dichiarazioni consegnate a Repubblica: «Il mio lavoro di commissario scade a ottobre, a me resta da fare il referendum e di avviare il congresso romano, è quello che farò». Quanto invece al lavoro svolto: «Ho preso in mano un partito sotto processo, con suoi esponenti in manette e l’ho riportato a testa alta nelle strade della città. Mi pare semplicistico che si attribuisca al lavoro di bonifica la responsabilità del risultato su Roma, perché vorrebbe dire che si stava meglio quando c’era il Pd di Mafia Capitale», ha sparato.Complice il caos post-Brexit, le parole di Orfini, almeno in apparenza, non hanno generato il terremoto che ci si aspettava. L’unica replica al commissario che rischia di essere commissariato, è arrivata da Roberta Agostini, deputata Pd della sinistra dem: «Orfini, commissario a Roma ed esponente di punta di una delle correnti più influenti del PD, afferma in un’intervista che chi critica la sua gestione ha nostalgia di mafia capitale. Ritengo gravi queste parole. Faccio parte dei pochi che non hanno votato la proroga del commissariamento nell’ottobre scorso e confermo, alla luce dei risultati elettorali, il mio giudizio sulla disastrosa gestione della vicenda romana. Di certo il suo passo indietro di Orfini sarebbe un gesto di umiltà che servirebbe a dimostrare qualche comprensione della sonora bocciatura che è arrivata dalle urne».Nel frattempo il segretario, per il prossimo 4 luglio, ha riconvocato la direzione che era slittata a causa della Brexit. Un evento drammatico che ha permesso a un Renzi battuto e sotto scacco, di prendere tempo e rifiatare. Certo, i dossier sul tavolo della segreteria democrat sono gli stessi - doppio incarico premier/segretario e segreteria - ma c’è da giurare che verranno affrontanti senza la foga delle ore immediatamente successive l’ultima sconfitta elettorale.