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LA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO GIORGIA MELONI
Il primo a reagire è stato lo stesso Matteo Salvini, dopo la richiesta di condanna a sei anni di reclusione da parte dei pm di Palermo per sequestro di persona nei confronti dei 147 migranti trattenuti sulla Open arms nell’agosto 2019.
Con un video pubblicato su Instagram e dal deciso tratto melodrammatico, Salvini si è dichiarato ironicamente «colpevole di aver difeso l’Italia e gli italiani», ricordando la vicenda e sottolineando po l’articolo 52 della Costituzione secondo il quale «la difesa della Patria è sacro dovere di ogni cittadino».
Subito dopo è stata la volta della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. «È incredibile che un Ministro della Repubblica Italiana rischi 6 anni di carcere per aver svolto il proprio lavoro difendendo i confini della Nazione, così come richiesto dal mandato ricevuto dai cittadini – scrive Meloni – Trasformare in un crimine il dovere di proteggere i confini italiani dall’immigrazione illegale è un precedente gravissimo. La mia totale solidarietà al Ministro Salvini».
Reazione che suscita l’immediata risposta del segretario di Più Europa, Riccardo Magi, che invita la presidente del Consiglio a non ingerire negli affari della magistratura. «Avere un Ministro accusato di sequestro di persona già dovrebbe essere fonte di imbarazzo per un governo di qualsiasi Paese democratico, ma avere addirittura la premier che interviene a gamba tesa nel processo rappresenta un’ingerenza gravissima del potere esecutivo nei confronti del potere giudiziario da far tremare i polsi – commenta Magi – Ricordiamo a Giorgia Meloni che l’Italia non è ancora, per fortuna, l’Ungheria dove la giustizia è assoggettata al presidente Orban».
Tutto il centrodestra comunque si stringe attorno a Salvini, con Licia Ronzulli di Forza Italia che parla di richiesta «abnorme, inaccettabile e politica» e il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi che parla di «un precedente pericolosissimo per tutti, politica e istituzioni».
Duro invece il leader dei Verdi, Angelo Bonelli. «Una cosa è certa – scrive Bonelli – quando era ministro, Salvini utilizzò il dramma umano delle persone migranti, che purtroppo morivano a migliaia nel Mar Mediterraneo, per mero calcolo elettorale. Oggi, Salvini eviti di fare la vittima, perché i ministri della Repubblica devono essere irreprensibili nel rispettare le leggi nazionali e le norme internazionali».