Con 163 voti favorevoli, 91 contrari e 1 astenuto la Camera dei Deputati ha approvato ieri in prima lettura la legge di conversione del dl sicurezza. Assenti in Aula la premier Meloni e i ministri che lo avevano presentato (Piantedosi, Nordio, Crosetto, Giorgetti). Martedì scorso il governo aveva incassato la fiducia.

Dal 3 giugno toccherà a Palazzo Madama pronunciarsi sul provvedimento: avrà tempo fino all’ 11 dello stesso mese, pena la decadenza del decreto legge. Al termine della votazione finale Alleanza verdi e sinistra, Movimento 5 Stelle e Partito democratico hanno esposto cartelli con le seguenti scritte: «Né liberi né sicuri», «Non si arresta la protesta», «La democrazia non si piega», «Decreto paura». Tantissimi gli interventi durante tutta la giornata di discussione a Montecitorio.

Che sarebbe andata così lo si sapeva da tempo, ma ciascun partito ha voluto rimarcare le proprie posizioni rispetto ad una norma blindata dalla maggioranza. Ovviamente soddisfatto del risultato il vice premier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, che da Reggio Calabria ha dichiarato: «Sono molto contento dell’approvazione del decreto Sicurezza che dà più poteri e tutele legali alle forze dell’ordine. E scelgo uno dei tanti episodi: permette lo sgombero immediato delle case occupate abusivamente da chi non ha titolo di farlo, oltre che prevedere una stretta sulle truffe agli anziani. Quindi sono molto soddisfatto di quel testo».

Ma torniamo al dibattito in Aula. Per la deputata di FdI Augusta Montaruli, «il dibattito parlamentare sul tema della sicurezza e sul provvedimento in sé è stato amplissimo: il ddl era già stato affrontato dalla Camera e dal Senato con un approfondimento importante, che si è anche ripetuto, e questo non solo lo difendo, lo rivendico. Rivendico un governo che ha avuto la capacità di vedere come l’ostruzionismo di sinistra stesse lasciando le persone sole di fronte a fenomeni che non trovavano ancora soluzione nei governi precedenti. Per cui è intervenuto con l’urgenza che richiedevano quei fenomeni». «Noi difendiamo le vere fasce deboli non i punkabestia che si sdraiano sui binari, difendiamo le persone per bene» ha dichiarato invece Tommaso Calderone annunciando il sì di FI al decreto sicurezza. Calderone ha contestato «la narrazione» delle opposizioni sulle norme del decreto, rispetto alle quali «si è ascoltato del mendacio». L’esponente azzurro ha quindi letto quattro articoli criticati dalle opposizioni fornendo quella che, a suo giudizio, era la corretta interpretazione, articoli riguardanti tra le altre cose le truffe agli anziani e le occupazioni degli immobili. «Siamo di FI - ha concluso -, siamo garantisti, ci interessano i possibili innocenti nel processo ma non i sicuri colpevoli, perché chi ha sbagliato deve pagare».

Al contrario la segretaria del Pd Elly Schlein rivolta ai banchi del governo ha detto: «Comincio riconoscendovi un merito: siete riusciti nell’impresa di mettere d’accordo giuristi, magistrati, avvocati, tutti uniti nelle critiche al provvedimento, non era semplice. Una serie disorganica di misure repressive con 14 nuovi reati e 9 nuovi aggravanti, portando l’Italia più indietro del codice fascista Rocco del 1930». Ha aggiunto: «Voi continuerete a contrapporre sicurezza, libertà e umanità. Noi invece sappiamo che è possibile, e anzi che è doveroso per chi sta al governo e siede nelle istituzioni, tenerle insieme. Sicurezza, libertà e umanità.

Voi siete forti coi deboli e deboli coi forti. Per voi la povertà stessa è una colpa individuale. Giustizialisti solo con i poveri, poveracci con chi è diverso. Iper garantisti con i criminali che però hanno i colletti bianchi. Questi siete voi».

Anche per la presidente dei deputati di Italia viva, Maria Elena Boschi, «il decreto è una gigantesca operazione di distrazione di massa, sempre per fini esclusivamente di propaganda. Punite il blocco stradale, ma la priorità per le persone ogni mattina non è il blocco stradale, ma il blocco ferroviario da quando Salvini è ministro dei Trasporti. Allora, anziché inventare un nuovo reato fate arrivare i treni in orario, se vi riesce».

Critico anche Riccardo Magi, deputato di + Europa: «Nessun cittadino con questo decreto sicurezza potrà sentirsi più sicuro. È un decreto che porta più propaganda, più conflittualità sociale e porta più discrezionalità nei giudici. Sono norme scritte male e in buona parte incostituzionali. State rendendo il paese più insicuro, più conflittuale e state introducendo dei piccoli elementi da stato di polizia».

Contrario alla norma anche il gruppo di Azione. Ha infatti dichiarato Fabrizio Benzoni: «Si tratta di un provvedimento totalmente illogico, confuso, privo di visione che produce danni per il nostro territorio ma lo chiamiamo sicurezza perché così possiamo andare in conferenza stampa».