«È stata una super Leopolda anche quest’anno. Tre giorni di dibattito conclusi con la proposta di cambiare passo (e cambiare leader) in Europa. Grazie per il vostro affetto, vi voglio bene». Il leader di Italia Viva Matteo Renzi chiude la kermesse di Firenze all’insegna delle elezioni Europee, alle quali l’ex premier spera di guadagnare almeno il 5%. 

«I sondaggi inglesi ci danno al 5%, quelli italiani al 3-4%. Io voglio il 5% e se otteniamo il 4% non sarò soddisfatto», dice Renzi, che ha «scelto di impegnarmi per l’Europa perché mi sembra che ora sia la bella addormentata nel bosco. Contano solo americani e cinesi, arabi e russi. L’Europa non c’è più in nessuno scenario, in nessuna partita internazionale, e questo è un vero problema».

Il “piano” del leader di Italia Viva passa anche per la rottamazione della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, che «a mio giudizio – dice – non deve essere confermata e se sarò eletto proporrò di votare contro perché serve una leader e non una follower dell’ideologia».

«Possiamo dare un giudizio su Ursula von der Leyen? Dobbiamo darlo – scandisce il leader di Iv -. Le riforme istituzionali non sono arrivate; strizza l’occhio a Orban e ai conservatori; nella risposta ai confitti, benissimo su twitter, ma la politica non è un social; la difesa comune europea oggi non è all’ordine del giorno se non a parole. Dov’è il ruolo e la visione dell’ex ministro della difesa von der leyen? È sul green deal che si vede il fallimento di Ursula von der Leyen».

Ma Renzi ne ha anche per il Pd, che a Firenze «non è più il nostro Pd: perché non fa le primarie, perché prende i soldi delle multe, perché fa lo stadio con i soldi pubblici, uno scandalo. Di sinistra? Non siete nemmeno mancini voi. Cambiate nome, siete il Partito delle poltrone, non il Partito democratico. Non siamo noi fuori di giunta, ma siete voi fuori di testa». E anche per Salvini e Tajani, “colpevole” quest’ultimo di aver «snaturato la visione europeista che in Berlusconi c’era e che oggi è diventata una visione da grigi burocratici quale è Antonio Tajani e quale è Ursula von der Leyen. È la scelta di una Forza Italia che io voglio combattere a viso aperto in Veneto, in Lombardia, in Piemonte, nei luoghi dell’impresa», dice l’ex premier, incoronato “erede” del Cav anche dall’ex compagna di Berlusconi Francesca Pascale, intervenuta a sorpresa alla Leopolda. 

«Salvini è quello che ha iniziato con i comunisti padani e poi è passato a Casa Pound. Salvini è quello che nel 2000 tifava contro tutte le squadre italiane, e mi ricordo le sue telecronache su Radio Padania, e ora fa gli auguri a tutti gli atleti italiani. Tra qualche anno troverete Salvini volontario su una nave di una ong», è il passaggio rivolto al leader della Lega. Quindi l’apertura a +Europa. «Ha chiesto la lista unitaria, noi ci stiamo, sugli Stati uniti d’Europa ci stiamo, e resti agli atti che se devo fare un passo indietro io ci sto, ma deve essere chiaro che non da domattina ma da oggi siamo in partita per andare a fare il risultato che serve non a noi ma all’Europa. Altrimenti andremo da soli», chiosa dal palco Renzi.