Non sono serviti a nulla gli inviti a votare arrivati via sms, email e Blog. Il quorum per cambiare il Non Statuto il Regolamento del Movimento 5 stelle non è stato raggiunto. Sulla piattaforma Rousseau si sono espressi 87.213 attivisti al M5s su un totale di 135.023 iscritti, il 64,4 per cento degli aventi diritto. Per la prima volta, dunque, viene ufficializzato il numero dei "tesserati" ma la percentuale dei votanti è abbondantemente al di sotto della soglia del 75 per cento, l'unica in grado di mettere al riparo il risultato da eventuali ricorsi in Tribunale. Il quorum richiesto dal M5s era in realtà di un terzo degli iscritti, ma secondo Lorenzo Borré, l'avvocato che ha già portato il partito di Grillo davanti a un giudice, il Movimento deve essere considerato al pari di un'associazione non riconosciuta. E per modificare le regole interne di organizzazioni di questo tipo, il codice civile prevede che ad esprimersi debba essere almeno il 75 per cento degli associati. A sostegno di questa interpretazione Borré cita l'ordinanza del Tribunale di Napoli che ha annullato nell'estate scorsa l'espulsione di alcuni attivisti partenopei.Beppe Grillo è perfettamente consapevole del rischio e nell'annunciare l'esito della consultazione online commenta: «Processi, burocrazie, codici e codicilli non possono fermarci perché siamo uniti e compatti verso lo stesso obiettivo», scrive il leader genovese. «Il MoVimento 5 Stelle trova difficoltà a essere riconosciuto dalle leggi attuali perché la sua struttura e organizzazione è molto più innovativa e avanzata di quelle regolamentate dai codici. Proprio per questo il nostro caso è destinato a fare giurisprudenza». Per Grillo - che ha già attivato gli avvocati per far rispettare l'esito del voto - quello che conta è solo la straordinaria mobilitazione del popolo pentastellato. «Avete permesso al M5S di raggiungere quello che probabilmente è il record mondiale di partecipanti a una votazione online per una forza politica o un'associazione», prosegue. E poi, «il MoVimento 5 Stelle è sempre stato contrario alla logica del quorum. Per noi chi partecipa e si attiva conta e ha il diritto di prendere le decisioni». Discussione chiusa, dunque. Non proprio, a giudicare dalla reazione del legale dei dissidenti Lorenzo Borré: «Non basta dichiarare che processi, codici e codicilli non possono fermare il Movimento per impedire un riscontro giudiziario della validità della votazione, nessuno è al di sopra della legge», dice. «Oltre al quorum, è mancato l'elemento centrale della democrazia assembleare e cioè la discussione».Il big del Movimento giocano in difesa esaltando l'esito del voto: oltre il 90 per cento si è espresso a favore dell'aggiornamento del Non Statuto e del Regolamento e più del 70 per cento per il Regolamento nella versione con le espulsioni. E per Roberta Lombardi «non c'è nulla da temere, nessuno può fermare la nostra rivoluzione pacifica che porterà a un cambiamento epocale. Siamo pronti a difendere i nostri ideali, anche nelle Aule dei Tribunali».