Un altro ricorso è stato presentato al Tribunale di Napoli contro il nuovo statuto del Movimento 5 Stelle e lelezione del presidente Giuseppe Conte. Lorenzo Borrè, legale degli attivisti pentastellati che già avevano sollevato un contenzioso sullapprovazione del precedente statuto M5S, su cui il tribunale partenopeo si pronuncerà il 17 maggio, è di nuovo allopera. La nuova impugnazione riguarda la votazione dellassemblea degli iscritti del 10 e 11 marzo e del 27 e 28 marzo scorsi, che hanno rispettivamente confermato il precedente statuto e la leadership di Giuseppe Conte. «A chi derubrica le regole a cavilli abbiamo contestato 18 violazioni di carattere sostanziale, perché la democrazia è questione di sostanza», affermano i ricorrenti in una nota. «Sino allultimo abbiamo sperato in un intervento riparatorio di Beppe Grillo in qualità di garante, che nellultima occasione in cui il Tribunale di Napoli accolse le nostre istanze si dichiarò condom per la protezione del Movimento ma purtroppo da parte sua cè stato solo silenzio», aggiungono, riaprendo il fronte interno di guerra. Oltre allelezione di Giuseppe Conte a presidente del M5S da parte dellassemblea degli iscritti, «limpugnazione riguarda anche le elezioni o nomine delle altre cariche statutarie in quanto la candidabilità è stata ristretta ai soli iscritti eletti o ex eletti nelle istituzioni», precisa lavvocato Borrè. «Il nodo centrale della nuova impugnazione è la violazione del principio di parità dei diritti degli associati». Ma Conte, da parte sua, non sembra affatto turbato dalla nuova battaglia legale. Anzi, minimizza laccaduto. «Loro si divertono così. Ci sono alcuni attivisti che danno il loro contributo al Movimento facendo ricorsi in tribunale. Noi invece ci impegnamo a far politica: ognuno ha il suo hobby», dice il presidente del M5S. «Cè una controversia giudiziaria che va avanti per conto suo, io sono concentrato a far politica e impegnarci con uomini e donne che sono devoti al bene collettivo», taglia corto lavvocato.