«Renzi ci crede e pensa, sbagliando, di poter raggiungere il 40% e governare; Grillo è un prodotto di anni e anni di campagne stampa anticasta e Gentiloni e Mattarella sono due sfumature di grigio». Gianfranco Rotondi, il democristiano dei due millenni (oggi deputato di Forza Italia), ne ha per tutti ma in compenso è molto soddisfatto della nuova legge elettorale sfornata ieri l’altro dalla Consulta.

Onorevole, appena uscita la sentenza della Consulta lei ha esultato parlando di ritorno della Dc...

Era un battuta con un fondo di verità. Il fatto è che la legge elettorale proporzionale porta a privilegiare le identità culturali umiliate dalle coalizioni maggioritarie. E come tutti sanno il colore delle coalizioni è sempre il grigio perché deve per forza di cose sfumare le identità di tutti. Il proporzionale invece ci restituisce i colori forti: il rosso, il bianco, il verde padano. Anche se a ben vedere il verde di Salvini sembra virare sempre più verso il nero.

Insomma, si torna ai bei tempi della prima Repubblica?

In un certo senso sì. Il fatto è che col proporzionale finiscono le coalizioni elettorali e tornano quelle parla- mentari, proprio come allora.

Renzi cambierà la legge?

Lui è convinto di avere una nuova possibilità di tornare al governo, crede davvero di poter raggiungere il 40% e puntare al premio.

Anche lei pensa che il Pd di Renzi possa arrivare al 40%?

Io tenderei a escluderlo. Ho una mia idea... Posso spararla grossa?

Certo...

Sono convinto che se si votasse a giugno potrebbe vincere il centrodestra. Ma solo a condizione di una splendente mediazione tra Berlusconi e Salvini.

In che senso splendente? Vede il centrodestra un po’ ammaccato e opaco?

In questo momento né Forza Italia né Lega sono splendenti, non hanno sex- appeal, hanno perso il brivido che riempie le piazze e incolla le mamme davanti alla tv.

Sembra di rivivere il ‘ 94: formidabili quegli anni...

Io non dico che si possa tornare a quei giorni, manca il protagonista. Ma pur mancando il personaggio principale possiamo riproporre quello schema.

Ma allora c’era Bossi e oggi Salvini...

Salvini deve poter fare la sua campagna no- Euro ma senza sovrastare i suo alleati, senza umiliare Sillvio e noi democristiani. Deve smetterla di trattarci con sufficienza. Non possiamo tollerare l’umiliazione delle nostre ragioni.

Ma Salvini sembra aver preso una sbandata per Grillo. Esclude un’alleanza tra i due?

Lo escludo. Grillo chiede voti senza alleanze perché il suo è un messaggio totalitario: “Date pieni poteri ai 5 Stelle” dice. Il suo movimento è nato per saltare i corpi intermedi e con l’idea della purezza. Con questo non voglio demonizzarlo. Perfino nella Dc c’è stato un tentativo di deriva autoritaria con Dossetti che scriveva “Tutto il potere alla Dc”. E volendo nobilitare Grillo possiamo dire che in lui rivive un’idea religiosa e spirituale. Del resto, la presunta e assoluta onestà è il sintomo di un messaggio totalitario e non democratico.

Torniamo al palazzo. Mattarella e Gentiloni non faranno nulla per frenare la frenesia elettorale di Renzi?

Sono due sfumature di grigio e non possono far nulla per deviare le cose dal corso che hanno preso.

Neanche il presidente della Repubblica?

Arriva da una tradizione costituzionalista, è un noninterventista per formazione e non potrà far altro che sciogliere le camere e così si andrà a votare a giugno. Ma gli italiani sono saggi.

Saggi nel senso di democristiani?

Gli italiani sceglieranno una “forza tranquilla che governa”, ne sono certo.

Dunque sceglieranno il centrodestra?

Certo, se il centrodestra riuscirà a trovare la quadra vincerà.