L'assessora all'Ambiente al Comune di Roma sapeva di essere indagata. Paola Muraro è stata iscritta nel registro degli indagati dal 21 aprile. Lei e la stessa Virginia Raggia ne sono consapevoli, per loro ammissione, dal 18 luglio. Da quando cioè Muraro ha presentato formale domanda al Palazzo di Giustizia per sapere se ci fossero accertamenti a suo carico. E gli accertamenti ci sono. Lo ha reso noto Alessandro Bratti, presidente della Commissione parlamentare Ecomafie, prima di dare inizio all'audizione dell'assessora e della sindaca. «Informo la Commissione di aver inoltrato oggi alla Procura di Roma una richiesta formale per conoscere se Paola Muraro sia persona sottoposta ad indagini», esordisce Bratti prima dell'inizio dei lavori. «La Procura ci ha risposto che si procede nei suoi confronti per il seguente reato: art. 256 comma 4, legge 152/2006». Il reato contestato riguarda l'attività dei gestione di rifiuti non autorizzata. L'assessora all'Ambiente dice di non aver bisogno di un avvocato in Aula, si difende da sola: «Sono sotto attacco mediatico», sostiene. Poi racconta alcuni dettagli: «Avevo già chiesto un 335 (l'articolo che disciplina l'iscrizione nel registro degli indagati, ndr) perché lavorando con la pubblica amministrazione, dopo 20 anni di attività, ho capito molte cose e quindi ogni anno lo faccio. Il 25 marzo era pulito, non risultava assolutamente nulla, tra l'altro dal 1 gennaio al 6 di aprile non avevo nessun contratto con Ama», spiega Muraro.Dell'inchiesta, dunque, era a conoscenza anche la sindaca Virginia Raggi, che davanti alla Commissione chiarisce: «L'assessore ci ha informato prontamente, ho convocato immediatamente la riunione con l'ex capo di gabinetto e abbiamo valutato che il 335 non contenesse sufficienti elementi per cui attendiamo di leggere le carte e capire bene». Eppure la titolare dell'Ambiente ha sempre smentito le indiscrezioni di accertamenti a suo carico. Solo due giorni fa Muraro diceva: «Non ho ricevuto nulla e non mi risulta nulla». Lo stesso Luigi Di Maio, il 4 settembre, intervenendo alla festa del Fatto Quotidiano nel parco della Versiliana, spiegava: «Non ha ricevuto nessun avviso di garanzia, ma nel caso vedremo le carte senza fare sconti». Perché anche se Virginia Raggi assicura di aver informato i vertici del partito, sembra che Direttorio e minidirettorio M5S fossero ignari delle indagini. Di certo era all'oscuro della vicenda Carlo Sibilia, deputato e componente del Direttorio nazionale: «Personalmente non ne sapevo nulla», dice.E adesso che la Procura di Roma vuole acquisire l'intervento in Commissione dell'assessora, l'avvocato Sciullo precisa: «Noi non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione giudiziaria. Ma siamo a disposizione della magistratura e siamo pronti a consegnare ai pm i due faldoni che la Muraro presenterà in commissione Ecomafie».Per le opposizioni è il crollo della retorica pentastellata sull'onestà. «Paola Muraro ha mentito. Sapeva da tempo di essere indagata e ha continuato, con sangue freddo, a sostenere di non sapere nulla di indagini della procura nei suoi confronti», ha detto Stella Bianchi, deputata Pd e componente della Commissione sul Ciclo dei rifiuti. «Muraro sapeva da luglio. Ma Raggi, Di Maio e Grillo da quando sapevano? Doppia morale, doppio gioco e zero governo di Roma», le fa eco su Twitter il collega di partito Andrea Romano. Per Fratelli d'Italia è durissimo Fabio Rampelli che chiede le dimissioni: «La tragicommedia è finita. L'assessore Muraro è di fatto indagata e non solo per abuso d'ufficio ma anche per reati ambientali. Il sindaco Raggi non ha più alibi. La faccia dimettere subito e la consoli affidandola a un avvocato d'esperienza, non credo le servano suggerimenti al riguardo». Sulla stessa lunghezza d'onda c'è anche Forza Italia che parla attraverso il senatore Francesco Giro «Fuori dalle stanze del Campidoglio gente indagata per reati ambientali gravissimi. Muraro se ne vada via subito. Fuori! È indagata dal giorno del Natale di Roma? Evidentemente una data provvidenziale».È finito un altro giorno di passione per la Giunta Raggi.