Altra giornata di polemiche in casa 5 Stelle per le "spese pazze" di Luigi Di Maio. A tenere lezione di austerità ieri ci ha pensato il senatore Nicola Morra. «Tutti abbiamo spese per sostenere sul territorio eventi che riteniamo necessari per veicolare i contenuti di cui ci facciamo alfieri, però tutti siamo chiamati a farlo con la dovuta sobrietà», ha detto ai microfoni di Radio Cusano Campus, prima di aggiungere: «È giusto che il politico venga controllato. Auspichiamo che tutti quanti abbiano la stessa attenzione e la stessa responsabilità quando si gestisce il soldo pubblico».E per non deludere Morra, il Dubbio si è preso la briga di andare a controllare le ultime rendicontazioni di alcuni eletti a 5 Stelle. A cominciare dalle sue. Il M5s, va detto, è l'unico partito a rendere pubbliche le entrate e le uscite dei propri rappresentanti. Basta andare sul sito tirendiconto. it e selezionare il profilo del deputato o senatore da "controllare". L'ultima rendicontazione di Nicola Morra, ad esempio, risale a marzo. Come tutti i parlamentari grillini, l'eletto calabrese restituisce ogni mese quasi 2 mila euro, sottraendoli alla propria indennità. Ma il grosso delle spese a carico dei contribuenti derivano da un'altra voce: i rimborsi, che possono arrivare a più di 10 mila euro al mese. In questo caso l'obbligo di parsimonia viene meno, anche per i 5 Stelle. Così, si scopre che Nicola Morra è disposto ad abbandonare lo spirito francescano se in ballo c'è una casa, la sua. L'appartamento del senatore costa ai cittadini 2.155 euro di canone mensile. È tra gli alloggi più cari utilizzati dai grillini, che mediamente spendono attorno ai 1.500 euro. A cui periodicamente bisogna aggiungere ulteriori costi per utenze e manutenzione. E se Morra investe pochissimo in attività sul territorio (solo 263 euro a marzo, contro i 4.438 euro di Di Maio ad aprile), riesce comunque a far entrare nel budget 999 euro tra consulenze varie.Ma il senatore non è l'unico volto noto del Movimento 5 stelle a utilizzare gran parte del denaro pubblico messo a disposizione dei parlamentari per esercitare in serenità il proprio mandato, come prevede la legge. Basta dare un'occhiata alle rendicontazioni dei membri del Direttorio per farsi un'idea. Alessandro Di Battista è l'unico esponente di spicco ad essere "in regola" con gli scontrini. Le sue "ricevute", infatti, arrivano fino a luglio, il mese più recente consultabile sul sito. In estate ha restituito 1.904 euro su un totale di 8.854 euro di rimborsi. Romano del quartiere Vigna Stelluti, "Dibba" non ha spese di alloggio - dichiara zero - ma è parecchio attivo sul territorio: 1.808 euro a luglio. Niente male per chi ha come territorio di riferimento proprio la Capitale, la città in cui vive ed è stato eletto. E tra i costi di mandato rientrano anche le consulenze. Ogni mese, da maggio a luglio, il deputato in scooter ha speso una quota fissa: 1.092 euro di "assistenza legale". Tranne ad aprile, quando per la stessa voce ha sborsato 2.253 euro.Anche l'ortodosso Roberto Fico cura il proprio collegio elettorale e ha bisogno di continui pareri esterni. A maggio, il presidente della Vigilanza ha ricevuto 7.193 euro di rimborsi ma ne ha spesi 9.941, senza restituire, di conseguenza, neanche un centesimo. Per la casa paga 1.400 euro al mese, che ad aprile diventano 2.528 per costi di manutenzione. Una cifra simile al prezzo delle attività sul territorio sostenute a maggio: 2.589 euro. Tra assistenza legale e informatica, invece, Fico è costato alle casse pubbliche 2.792 euro a maggio e 2.334 ad aprile.Il deputato Carlo Sibilia, invece, mangia parecchio in giro. Con 1.171 euro di cibo a maggio e 1.200 ad aprile è il membro del Direttorio più affamato. In primavera deve aver trovato una casa più grande, visto che le spese di alloggio sono raddoppiate, passando dai 900 euro di aprile ai 1.800 di maggio (a cui bisogna aggiungere 240 euro per le utenze e le pulizie). Sibilia, inoltre, chiede rimborsi 1.411 euro per "consulenze varie" senza ulteriori specificazioni.Infine c'è Carla Ruocco che con i suoi 1.705 euro investiti ad aprile per le attività sul territorio sembra la più parsimoniosa.