Mentre Matteo Salvini è alle prese con la delicata faccenda di come far digerire all’ala nordista del partito il generale Vannacci candidato capolista nel Nordest, in casa Fi e FdI le cose sembrano procedere in modo più lineare, almeno sul fronte della composizione delle liste per le Europee. D’altra parte, con la probabile candidatura dei leader Tajani e Meloni, c’è meno enfasi sul profilo del resto dei candidati, a differenza ad esempio di quanto sta succedendo sull’altro versante e, nel centrodestra, nella stessa Lega.

Curiosamente, Tajani e Meloni potrebbero annunciare la propria discesa in campo a poche ore di distanza, nello stesso weekend, a urne aperte in Basilicata. Oggi infatti il segretario azzurro ha affermato di stare ancora riflettendo sulla propria candidatura ma che il 20 di questo mese, in occasione del Consiglio nazionale di Fi, «dirò cosa sia più giusto fare». Tajani preferisce lasciare un po’ di spazio alla suspense, anche se i segnali convergono sul sì a candidarsi, e il giorno dopo il suo annuncio dovrebbe giungere quello della premier Giorgia Meloni, la quale dovrebbe sciogliere la riserva il 21 aprile, in occasione di un’iniziativa in Abruzzo, a L’Aquila.

Detto questo, trattandosi di una tornata elettorale in cui le preferenze giocano un ruolo fondamentale, l’attenzione delle segreterie è focalizzata su come individuare le figure maggiormente capaci di drenare voti. Al di là dei leader o dei nomi roboanti, dunque, la corsa è ai politici che hanno più presa sui rispettivi territori o di imprenditori di successo, sempre in un ambito locale. Cominciano dunque ad affluire i propri nomi ufficiali, come quelli annunciato ieri dallo stesso Tajani, per il quale «l'obiettivo del 10 per cento è sempre più vicino, poi se possiamo andare oltre sarà meglio».

Procedendo con questo metodo, sono arrivati i primi nomi: in Piemonte la consigliere comunale di Chivasso Marta Clara, che rimpingua una lista dove finora il personaggio col peso politico maggiore è l’ex- governatore del Piemonte ed ex- leghista Roberto Cota. Arrivare al sorpasso sul Carroccio anche grazie a dei politici passati dalla Lega agli azzurri, in una fase in cui molti osservatori preconizzavano un flusso contrario, sarebbe per Tajani e i suoi il coronamento di una sorta di miracolo politico. Inoltre, per Fi dovrebbe scendere in campo anche l’imprenditore e già candidato sindaco del centrodestra Paolo Damilano. Nell’Italia centrale, sono già in lista il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli e l’imprenditrice marchigiana Graziella Ciriaci. Per completare l’opera, Tajani punta a chiudere anche gli accordi con le forze di matrice moderata e popolare, tra cui spiccano Noi Moderati di Maurizio Lupi, che dovrebbe fare una lista comune con Fi, e la Svp.

Nemmeno la Lega, a dispetto dell’attenzione che si è concentrata su Vannacci, può rimanere sguarnita sul fronte dei candidati con un forte legame sul territorio, proprio per non esasperare, come detto, il malumore della sua componente nordista.

Qualche iniziativa, in questo senso, sta già arrivando, come l’annuncio di alcune candidature in Fiuli- Vene- zia Giulia, tra cui quella della sindaca di Monfalcone Anna Maria Cisint, balzata recentemente agli onori delle cronache per via della sua lotta senza quartiere alle moschee abusive nel suo comune. Il Carroccio ha anche candidato l'assessora regionale Giulia Stefano Zannier e l'europarlamentare uscente Elena Lizzi. Dietro queste scelte c’è il governatore e presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga, che ha voluto ricordare a tutti l’importanza di candidati legati al territorio e conosciuti direttamente dagli elettori.