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Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, partecipa all' Assemblea Confindustria presso il Teatro EuropAuditorium di Bologna (Italia) 27 maggio 2025 (Foto Filippo Attili/Palazzo Chigi/LaPresse) DISTRIBUTION FREE OF CHARGE - NOT FOR SALE - Obbligatorio citare la fonte LaPresse/Palazzo Chigi/Filippo Attili
Giorgia Meloni ha scelto il palco dell’assemblea annuale di Confindustria, a Bologna, per ripartire dopo la battuta d'arresto delle Amministrative e tentare di rilanciare l’immagine di un’Italia solida, credibile e competitiva. Davanti alla platea degli industriali e alla presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, la premier ha rivendicato i risultati economici del suo governo, ha chiesto un’Europa più ambiziosa e promesso interventi strutturali su energia, automotive e industria pesante.
Oltre alla necessità di rimettere una mano di smalto sull'azione dell'esecutivo, nel suo intervento la premier ha tenuto conto della situazione attuale all'interno della maggioranza, dove alcune scelte della Lega a livello territoriale hanno lasciato intuire la volontà di Salvini e dei suoi di lanciare un segnale in vista della prossima tornata delle Regionali, in particolar modo il Veneto. Ecco dunque spiegata la sottolineatura particolare per temi come le politiche economiche ed energetiche dell'Ue, su cui il Carroccio, al pari delle altre forze sovraniste continentali, sta incalzando i Conservatori a guida FdI.
«L’Italia», ha detto Meloni, «si presenta credibile davanti a un quadro economico e finanziario di estrema difficoltà. Lo testimoniano lo spread più che dimezzato, la Borsa, il nuovo appeal dei nostri titoli pubblici e i giudizi delle agenzie di rating, persino Moody’s, che ha migliorato la valutazione sull’Italia per la prima volta dopo 25 anni».
La presidente del Consiglio è stata accolta dal padrone di casa, il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, che ha colto l'occasione per rilanciare un’agenda industriale ambiziosa ma anche per ribadire l’allarme su nodi strutturali ancora irrisolti. Il primo, su tutti, è quello energetico. «È una situazione insostenibile», ha detto Orsini. «Ogni giorno si consuma un dramma: per le famiglie, per le imprese e per l’Italia intera. Servono misure urgenti». L’appello è chiaro: abbattere il sovraccosto dell’energia e disaccoppiare il prezzo del gas da quello delle rinnovabili. «È esattamente quello che chiediamo e che ho chiesto fin dal mio insediamento», ha affermato il presidente degli industriali, che chiede anche di «accelerare il ritorno al nucleare».
Il cuore dell'intervento di Meloni, come detto, è stato il riferimento a Bruxelles: «Chiediamo che l’Ue abbia il coraggio di rimuovere quei dazi interni che si è autoimposta. Il rilancio del mercato unico europeo è una priorità che può proteggerci dalle scelte protezionistiche di altre nazioni». E ancora: «Il rapporto con gli Stati Uniti è fondamentale per mantenere la forza dell’Occidente. I nostri destini sono interconnessi». A questo proposito, Meloni ha ricordato la proposta – fatta a Washington – di un vertice Ue-Usa a Roma, e l’incontro avvenuto il 18 maggio a Palazzo Chigi con JD Vance e Ursula von der Leyen. «È stato l’inizio di un dialogo che va portato avanti, se posso permettermi, con un approccio più politico che burocratico».
Orsini, però, ha chiesto anche uno scatto del governo sul piano nazionale: «Serve un piano industriale straordinario per l’Italia», ha detto, «dobbiamo porci l’obiettivo di raggiungere almeno il 2% di crescita del Pil nel prossimo triennio, da consolidare e aumentare nel tempo», ha aggiunto, chiedendo a partiti, sindacati e mondo produttivo «un patto nuovo tra tutti noi». Meloni ha risposto al richiamo con una promessa di collaborazione, ma non ha rinunciato a ribadire il ruolo guida della politica. «La nostra economia è resiliente, e questo lo dobbiamo innanzitutto a voi. La politica può aggiungere stabilità e visione, e noi abbiamo cercato di rafforzare la capacità dell’Italia di attrarre investimenti».
All’appello di Orsini ha riposto positivamente anche la segretaria della Cisl, Silvia Fumarola, affermando «noi ci siamo». Il settore automotive, simbolo della manifattura italiana, è un altro fronte su cui la premier si è soffermata, rivendicando battaglie e risultati: «È il comparto che sta pagando il prezzo più alto. Abbiamo lavorato per correggere la rotta della Commissione europea. Anche grazie all’Italia sono state sospese le multe ai produttori di auto, anche se ancora non a quelli di veicoli pesanti». Secondo Meloni, questa mossa ha contribuito a interrompere «quella assurda spirale che ha visto chiudere stabilimenti o comprare quote verdi da competitor stranieri solo per evitare sanzioni».
Proprio in virtù dei diversi riferimenti all'Ue, la presidente del Consiglio si è rivolta direttamente alla presidente dell'Europarlamento Roberta Metsola, seduta in platea: «Il Parlamento europeo è dalla vostra parte, dicevi prima. Dipende dalle maggioranze. Ma tu sei certamente dalla nostra parte, e ti ringrazio davvero». Un modo per sottolineare, ancora una volta, che l’Europa serve, ma deve cambiare passo. E per continuare a non lasciare scoperto il fronte destro della maggioranza.