E alla fine, la parola aborto non c’è. Nella dichiarazione finale del G7, firmata ieri sera dai grandi della Terra a margine del vertice di Borgo Egnazia, i leader ribadiscono «gli impegni assunti» nel comunicato finale dello scorso summit di Hiroshima «per l’accesso universale a servizi sanitari adeguati, convenienti e di qualità per le donne, compresi la salute sessuale e riproduttiva e i diritti per tutti».

Compresi quindi quelli delle persone lgbtq, che a un certo punto ieri sembravano sul punto di essere rimossi dal testo finale, e che invece seppur in forma diversa rispetto a un anno fa ci sono ancora. A metà mattinata infatti Bloomberg ha rilanciato la notizia secondo la quale non vi era più alcun riferimento a tali diritti nella dichiarazione, notizia definita poco dopo da palazzo Chigi «priva di ogni fondamento» smentendo «categoricamente» la ricostruzione dell’agenzia americana.

E infatti, il tema è presente nel testo, dove i leader si impegnano a «raggiungere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione delle donne e delle ragazze in tutta la loro diversità, attraverso una partecipazione piena, equa e significativa in tutte le sfere della società» ed esprimono una «forte preoccupazione per la riduzione dei diritti delle donne, delle ragazze e delle persone Lgbtqia+ in tutto il mondo, in particolare in tempi di crisi, e condanniamo fermamente tutte le violazioni e gli abusi dei loro diritti umani e delle libertà fondamentali». Non solo. «Continueremo a promuovere e proteggere i loro diritti in tutte le sfere della società e a integrare costantemente l’uguaglianza di genere in tutti gli ambiti politici - si legge ancora - Lavoreremo con partner globali per promuovere l’uguaglianza di genere nei forum multilaterali».

La notizia di un eventuale passo indietro aveva fatto scalpore visto quanto accaduto il giorno prima tra Francia e Italia, con il presidente francese Emmanuel Macron che si era detto «dispiaciuto» del fatto che la parola aborto non comparisse nel testo, con conseguente reazione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, secondo la quale è «profondamente sbagliato, in tempi difficili come questi, fare campagna elettorale utilizzando un forum prezioso come il G7». Con tanto di gelido saluto all’arrivo dell’inquilino dell’Eliseo al Castello Svevo di Brindisi, per la cena offerta dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

D’altronde, lo stesso Macron deve fare i conti con la campagna elettoralepiù veloce della storia nella quale dorà cerare di arginare lospettro di una vittoria a valanga di Marine Le Pen, come avvenuto alle Europee. Vittoria che potrebbe mettere in difficoltò la stessa Meloni, imoegnata nel tentatvio di tessere una tela che porti a buon fine la composizizione die futri vertici dell’Ue. Da qui una sorta di tregua armata tra l’inquilina di palazzo Chigi e il capo dell’Eliseo, destinata tuttavia a durare quanto basta per capire i futuri equilibri interni francesi e nell’Ue.

A suggellare lo stallo è stato, plasticamente, papa Francesco, che ieri si è seduto proprio tra Macron e Meloni durante la sessione sull’intelligenza artificiale. Perla prima volta nella storia infatti un pontefice ha partecipato ai lavori del G7. Lo ha fatto arrivando a Borgo Egnazia in elicottero, portando avanti una decina di bilaterali e intervenendo come ospite d’onore alla sessione sull’intelligenza artificiale.

Il papa ha salutato uno a uno gli altri leader del vertice allargato per l’occasione. Caloroso il saluto con il presidente argentino Javier Milei, che in passato lo aveva insultato, con il canadese Trudeau, che lo ha baciato, ma anche con l’indiano Modi e con il re di Giordania Hussein. Il presidente Biden gli ha parlato a lungo, così come il turco Erdogan. Siparietto con lo stesso Macron, che all’arrivo del pontefice era senza giacca. E così l’ha messa al volo, tra l’ilarità dello stesso Francesco che ne ha imitato il gesto.

Ma è parlando dei rischi e delle opportunità dell’Ia che il papa ha fatto riferimento alla necessità dell’etica. «Di fronte ai prodigi delle macchine, che sembrano saper scegliere in maniera indipendente, dobbiamo aver ben chiaro che all'essere umano deve sempre rimanere la decisione, anche con i toni drammatici e urgenti con cui a volte questa si presenta nella nostra vita», ha detto il pontefice in riferimento alle armi.