«Mi chiedo se sia corretto che questi sindaci e governatori che rappresentano tutti i cittadini che amministrano, anche quelli che la pensano diversamente, usino le Istituzioni così, senza pudore, come se fossero sezioni di partito...». Giorgia Meloni, da giorni impegnata a chiedere l'immediato ritorno alle urne per uscire da una crisi complicata, utilizza la sua pagina Facecebook per puntare il dito contro lappello dei sindaci per un Draghi bis. La presidente di Fratelli dItalia si chiede sulla sua pagina Fb «se tutti i cittadini rappresentati da Gualtieri, Sala, Nardella o da altri sindaci e presidenti di Regione che si sono espressi in questo senso, condividano lappello perché un governo e un Parlamento distanti ormai anni luce dallItalia reale vadano avanti imperterriti, condannando questa Nazione allimmobilismo solo per garantire lo stipendio dei parlamentari e la sinistra al governo», scrive la leader del partito del centrodestra. Meloni non usa mezze parole e va giù duro contro il tentativo di convincere Draghi a rimanere a Palazzo Chigi: «La mancanza di regole e di buonsenso nella classe dirigente in Italia comincia a fare paura», scrive. Il suo post del resto arriva dopo la diffusione di una nota dei tre governatori di Fdi - Francesco Acquaroli, Marco Marsilio e Nello Musumeci - che prendono le distanze dagli altri presidente di Regione firmatari dellappello: «Non condividiamo questa iniziativa, lanciata da alcuni colleghi, sia nel merito che nel metodo. Sono forzature che chi ricopre un ruolo istituzionale non può permettersi, né tanto meno promuovere». Meloni, in realtà, parla ai sindaci pro Draghi perché Silvio Berlusconi e Matteo Salvini intendano. Entrambi gli alleati, infatti,  non si sono espressi ufficialmente sulliniziativa dei sindaci.