Ha scelto Civitella in Val di Chiana, teatro della macabra strage nazifascista del 29 giugno 1944, che fece 244 morti, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per celebrare il 79esimo anniversario della Liberazione. Lo ha fatto dopo aver deposto una corona di fiori all’Altare della Patria con le più alte cariche dello Stato, prima di dirigersi in Toscana. Qui, accolto da amministratori locali, bambini e persone comuni, ha ricordato con un discorso la strage, gli eccidi e le macabre torture perpetrate dal nazifascismo, ricordando poi la cura con la quale occorre tutelare gli ideali di libertà e democrazia sui quali si fonda la Repubblica.

«Il 25 aprile è per l’Italia una ricorrenza fondante: la festa della pace, della libertà ritrovata, e del ritorno nel novero delle nazioni democratiche - ha detto il capo dello Stato - Quella pace e quella libertà, che -trovando radici nella resistenza di un popolo contro la barbarie nazifascista- hanno prodotto la Costituzione repubblicana, in cui tutti possono riconoscersi, e che rappresenta garanzia di democrazia e di giustizia, di saldo diniego di ogni forma o principio di autoritarismo o totalitarismo».

Mattarella ha poi citato Aldo Moro, e lo ha fatto in giorni in cui di fascismo e antifascismo si è tornati a parlare, soprattutto per le recenti vicende che hanno coinvolto la Rai. «Aggiungo - utilizzando parole pronunciate da Aldo Moro nel 1975- che “intorno all’antifascismo è possibile e doverosa l’unità popolare, senza compromettere d’altra parte la varietà e la ricchezza della comunità nazionale, il pluralismo sociale e politico, la libera e mutevole articolazione delle maggioranze e delle minoranze nel gioco democratico”, ha sottolineato l’inquilino del Quirinale».

Che ha poi ricordato gli eroi della Resistenza, paragonandoli indirettamente ai difensori dell’Ucraina, a più di due anni dall’invasione russa. «A differenza dei loro nemici, imbevuti del culto macabro della morte e della guerra, i patrioti della Resistenza fecero uso delle armi perché un giorno queste tacessero e il mondo fosse finalmente contrassegnato dalla pace, dalla libertà, dalla giustizia - ha infatti spiegato Mattarella - Oggi, in un tempo di grande preoccupazione, segnato, in Europa e ai suoi confini, da aggressioni, guerre e violenze, confidiamo in quella speranza».

Negli stessi minuti, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, affidava ai social il suo pensiero sul 25 aprile. «Nel giorno in cui l’Italia celebra la Liberazione, che con la fine del fascismo pose le basi per il ritorno della democrazia, ribadiamo la nostra avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari - ha scritto l’inquilina di palazzo Chigi - Quelli di ieri, che hanno oppresso i popoli in Europa e nel mondo, e quelli di oggi, che siamo determinati a contrastare con impegno e coraggio». Per poi aggiungere che «continueremo a lavorare per difendere la democrazia e per un’Italia finalmente capace di unirsi sul valore della libertà».

E se il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha scritto onorare «doverosamente questa ricorrenza», più netto è stato l leader della Lega, Matteo Salvini, che arrivando al Sacrario dei Caduti di Milano ha detto di aver «sempre onorato Il 25 aprile senza doverlo sbandierare e senza politicizzarlo». Salvini ha deposto una corona di fiori assieme al sindaco di Milano Giuseppe Sala e al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. «Non ho detto che sarei venuto qui fino all’ultimo per evitare che ci fossero quelli che invece di celebrare il passato perché non ritorni, vanno in giro a creare problemi - ha aggiunto Salvini - spero che in un giorno troppo lontano, il 25 aprile sarà una giornata di unità nazionale». E lasciando i giornalisti con una chiosa. «Ma poi qaulcuno ha nostalgia del fascismo? - si è chiesto - io spero di no».

L’altro vicepresidnete del Consiglio e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, ha celebrato la Liberazione al Mausoleo delle Fosse Ardeatine. «Ai caduti per la libertà. Ai caduti per la Patria. Militari e civili. A tutte le vittime innocenti del nazifascismo- ha scritto sui social postando una foto - Onoriamo sempre la loro memoria, contro ogni forma di odio e intolleranza. Buon 25 aprile». Intervistato dal Foglio, ha spiegato di essere «pienamente antifascista» e che «la Resistenza è un valore che fa parte della storia del nostro Paese».

Da destra sono arrivate messaggi netti anche dal candidato sindaco di Firenze, Eike Schmidt, secondo il quale «l’antifascismo non solo è scritto nella Costituzione della Repubblica italiana ma è un valore massimo per tutti quanti, è di tutti e quindi non deve essere e non può essere divisivo». Ma nel pomeriggio si sono registrati scontri a Milano tra la Polizia e i manifestanti pro Palestina, che hanno tentato di sfondare il cordone a protezione della sfilata della brigata ebraica, all’altezza di piazza Duomo. «Durante tutto il corteo siamo stati insultati da manifestanti pro-Palestina - ha commentato il leader di Azione, Carlo Calenda, presente alla manifestazione - Per fortuna abbiamo reagito tutti con grande compostezza evitando le provocazioni».