La democrazia è animata da contrasti "ed è pure conflitto", ma "i momenti di unità sono decisivi nella vita di una nazione". Perchè "l'io non è autosufficiente, il noi è la democrazia". Lo tennero bene a mente "forze politiche e  classi dirigenti democratiche" artefici della ricostruzione nel dopoguerra,quando, dopo il referendum che sancì la nascita della Repubblica, "al di là dei legittimi contrasti", seppero  trasformare "la divisione degli orientamenti in una straordinaria forza unitaria".Senza alcun riferimento diretto agli appuntamenti politici che caratterizzeranno il prossimo autunno, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, invita ad incanalare il confronto politico sui binari di una dialettica anche accesa, che tuttavia non dimentichi mai la salvaguardia di quegli interessi generali del Paese che richiedono comunque uno sforzo unitario. L'invito arriva in occasione dell'inaugurazione  della la 37/ma edizione del Meeting dell'amicizia tra i popoli e seguendo anche la traccia che quest'anno legherà gli eventi previsti fino a giovedì prossimo nell'ambito della kermesse di Comunione e liberazione: 'Tu sei un bene per me'. "Viviamo oggi l'epoca dell'io", ricorda il Capo dello Stato, e se è vero che non va dimenticata l'importanza della centralità della persona, è altrettanto necessario ricordare  che "l'io ha bisogno del tu come l'aria per respirare. L'io contiene l'esigenza di diventare un 'noì proprio per fronteggiare e raggiungere quei traguardi che è stato capace di immaginare. Perché il noi è la comunità. Il noi è anche la storia. Il noi è la democrazia".Una visione "impressa nei principi della nostra Costituzione, contenuti nella sua prima parte, un obiettivo della Repubblica, da perseguire nel mutamento dei costumi, dei bisogni, nell'evoluzione delsistema sociale". Le democrazie infatti "hanno sempre bisogno di essere aperte allo spirito del tempo, di inverarsi nelle diverse condizioni della storia, di accogliere nelle loro istituzioni le innovazioni e le forze vive, di aggiornarsi per rappresentare sempre meglio le istanze popolari e, insieme, per rispondere con efficacia alle domande nuove di cittadinanza che la società pone alle istituzioni".LA POLEMICA DI SALVINI"Mattarella anche oggi predica accoglienza, invita a 'costruire pontì, dice che non si può 'vietare l'ingressò agli immigrati. Buono? No, complice di scafisti, sfruttatori e schiavisti. L'anno scorso 107.000 italiani (22.000 giovani) sono scappati all'estero per lavorare, ma Mattarella preferisce preoccuparsi dei clandestini". Così Matteo Salvini su Facebook dove lancia anche l'hastag #mattarellaclandestino