Una standing ovation ha accolto e poi salutato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che oggi ha presenziato all’assemblea di Confindustria Roma. Il capo dello Stato ha citato Franklin Delano Roosevelt, ha parlato del capitalismo che non deve essere «di rapina» e ha sottolineato l’importanza di salari adeguati affinché a ogni lavoratore sia garantita quella dignità riconosciutagli dalla Costituzione.

«Nel discorso con cui Franklin Delano Roosevelt inaugurò la sua presidenza degli Stati Uniti - giusto novant’anni fa - utilizzò una locuzione divenuta, giustamente, famosa, che calza a proposito: “la sola cosa di cui dobbiamo avere paura è la paura stessa, l’irragionevole ingiustificato terrore senza nome che paralizza gli sforzi necessari a convertire la ritirata in progresso” - ha detto Mattarella - Si era nell’ambito della Grande depressione economica del 1929 e si fu capaci di passare al New Deal, al “nuovo patto” che vide gli Stati Uniti affrontare i drammatici problemi economici e occupazionali che li avevano devastati, assumendo la leadership del mondo libero. Oggi siamo in una condizione, fortunatamente, ben diversa, che ci conduce, comunque, a richiamare il legame, per quanto possa a molti apparire scontato, tra economia e democrazia».

Secondo l’inquilino del Quirinale «le aziende sono al centro di un sistema di valori, non solo economici» e per questo «l’impresa ha responsabilità che superano i confini delle sue donne e dei suoi uomini e dei suoi mercati». Per poi aggiungere che «generare ricchezza è una rilevante funzione sociale, una delle prime responsabilità sociali dell’impresa». Naturalmente, ha aggiunto, «non a detrimento di altre ricchezze, individuali o collettive», perché «non è il capitalismo di rapina quello a cui guarda la Costituzione nel momento in cui definisce le regole del gioco».

Infine, il richiamo sui salari. «Prima di ogni altro fattore, a muovere il progresso è il “capitale sociale” di cui un Paese dispone - ha aggiunto il capo dello Stato - Un capitale che non possiamo impoverire. È una responsabilità che interpella anche il mondo delle imprese: troppi giovani cercano lavoro all'estero, per la povertà delle offerte retributive disponibili».

Concetti ripresi dal ministro alle Imprese Adolfo Urso, secondo il quale le parole di Mattarella sono «condivisibili» e anche dall’opposizione, con il capogruppo del Pd in Senato, Francesco Boccia, secondo il quale «Mattarella ricorda la tutela dei salari è diritto costituzionale».