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Mario Draghi, già presidente del Consiglio dei Ministri (Foto Cecilia Fabiano/LaPresse)
Il Rapporto di Mario Draghi: l’Europa si trova di fronte a sfide cruciali che richiedono un cambiamento radicale nelle politiche economiche e finanziarie. In un momento di difficoltà per il continente, il Rapporto sul futuro della competitività europea, presentato da Mario Draghi a Bruxelles, sottolinea l'urgenza di un intervento deciso e massiccio.
«Questo rapporto esce in un momento difficile per il nostro continente. Dovremmo abbandonare l’illusione che solo la procrastinazione possa preservare il consenso. In effetti, la procrastinazione ha prodotto solo una crescita più lenta e non ha certamente ottenuto più consenso. Siamo arrivati al punto in cui, senza azione, dovremo compromettere il nostro benessere, il nostro ambiente o la nostra libertà», dichiara Draghi nella prefazione del rapporto.
Sfide e opportunità
Il rapporto evidenzia che l’Europa necessita di investimenti straordinari per mantenere la competitività globale. Draghi stima che siano necessari tra i 750 e 800 miliardi di euro all’anno, un importo che supera di gran lunga quello del Piano Marshall. Questa cifra corrisponde al 4,4-4,7% del PIL dell’UE nel 2023.
«A titolo di confronto, gli investimenti nell’ambito del Piano Marshall tra il 1948 e il 1951 erano equivalenti all’1-2% del PIL dell’UE», spiega Draghi. Il rapporto sottolinea che per raggiungere questi livelli di investimento, la quota di investimenti dell’UE dovrebbe aumentare dal 22% del PIL attuale a circa il 27%, invertendo un declino pluridecennale.
Necessità di azioni condivise
Il documento presenta una visione dettagliata su come questi investimenti possano essere sostenibili. Draghi afferma che «la spinta agli investimenti può essere realizzata senza che l’economia si imbatta in vincoli di offerta e che la mobilitazione dei finanziamenti privati sarà fondamentale a questo riguardo». Tuttavia, è improbabile che il settore privato possa coprire completamente la parte maggiore di questo investimento senza il supporto del settore pubblico.
Tre punti chiave
Il Rapporto individua tre grandi sfide che l’Europa deve affrontare:
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innovazione e crescita: L’Europa deve accelerare l’innovazione e trovare nuovi motori di crescita. Le aziende europee affrontano una domanda estera debole e una crescente competizione da parte delle aziende cinesi. La quota dell’UE nel commercio mondiale è in calo.
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prezzi dell’energia e decarbonizzazione: I prezzi dell’energia sono elevati e le aziende devono affrontare costi significativamente più alti rispetto agli Stati Uniti. L’Europa deve abbattere i costi e continuare la transizione verso un’economia circolare.
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geopolitica e dipendenze: L’Europa deve reagire a un mondo geopolitico instabile e ridurre le sue dipendenze per garantire la sicurezza economica e strategica.
L’urgenza del cambiamento
Draghi conclude che «se l’Europa non può più garantire prosperità, equità e libertà, avrà perso la sua ragione d’essere». Il rapporto enfatizza che l’Europa deve adottare un cambiamento radicale e concreto per affrontare le sfide future.
«L’impressione di una morte improvvisa è nascosta dal fatto che siamo sempre meno – spiega Draghi -, quindi questa scala sta diventando sempre più piccola». Senza un intervento urgente, l’Europa rischia di trovarsi in una situazione di lenta agonia economica e sociale.