Le recenti nomine «tutte al maschile» nei Tg Rai costituiscono un "strappo grave" alla policy aziendale sulla parità di genere. Lo ha detto la presidente della Rai, Marinella Soldi, nel corso dell'audizione davanti alla commissione di Vigilanza, che oggi ascolta anche l'amministratore delegato dell'azienda, Roberto Sergio, e il direttore generale, Giampaolo Rossi. «Rispetto alla parità di genere, altra priorità emersa, si è avviato da tempo un percorso concreto: la parità di genere è uno dei pilastri su cui si fonda una società democratica e sostenibile, e un traguardo non ancora raggiunto nel nostro Paese: lo evidenziano i dati e lo grida il caso recentissimo e atroce di Giulia Tramontano, 39esimo femminicidio del 2023. A Novembre 2021 abbiamo istituito un Comitato inter-direzionale Gender equality, che ha definito una strategia articolata su tre fronti: interno azienda (off screen), prodotto (on screen), territorio», ha ricordato Soldi.

«Per quanto riguarda l'interno azienda, abbiamo ottenuto una significativa riduzione del gender gap, sia in termini di carriere sia di retribuzioni tra il 2021 e il 2022. Uno sforzo che purtroppo non è stato fatto nell'occasione delle ultime nomine, in particolare per le direzioni delle testate giornalistiche, tutte al maschile: uno strappo grave alle policy di genere aziendali, ratificate proprio dal CdA un anno fa», ha sottolineato la presidente.