Il governo incassa la fiducia sulla legge di bilancio alla Camera. Dopo dieci giorni di lavori, scontri e polemiche in commissione Bilancio, di andirivieni del testo tra Montecitorio e il Mef per gli aggiustamenti tecnici dovuti a errori nelle coperture, il provvedimento ottiene il via libera alla Camera con 221 voti favorevoli e 152 contrari.

Per l'approvazione definitiva bisognerà però attendere l'alba di domani: la seduta fiume si concluderà solo dopo la riunione del Consiglio dei ministri per l'ok alla nota di aggiornamento al Def, le votazioni sugli ordini del giorno in aula, quindi le dichiarazioni che precedono il voto finale. A quel punto il disegno di legge sarà pronto per passare al Senato, dove martedì inizierà la discussione.

«A palazzo Madama speriamo di chiudere il 30 e non il 31 - ha scherzato il leader della Lega, Matteo Salvini - È una manovra che in un momento difficile aiuta milioni di italiani a pagare le bollette, porterà pensioni minime un po’ più alte e stipendi bassi un po’ più alti». La prima manovra di cinque, ha sottolineato il vicepresidente del Consiglio, «perché vogliamo governare cinque anni».

«Non ci sono le misure sovraniste e folli che avrebbero fatto saltare i mercati, dunque pericolo scampato - ha scandito il leader di Italia viva, Matteo Renzi - Ma la manovra nel merito è debole, pasticciata e senza visione, e nel metodo poi appare imbarazzante ricordare come i ritardi del governo abbiano violato i principi della democrazia parlamentare esattamente come faceva Giuseppe Conte». Lo stesso Conte ha definito la manovra «un coacervo e caotico inventario di misure sbagliate, errori macroscopici, retromarce fatte sulla pelle di famiglie e aziende in difficoltà». accusando poi Fratelli d’Italia di essere «proni» nei confronti dell’Unione europea e non «pronti» come da slogan in campagna elettorale.

Di manovra «ingiusta e iniqua» parla invece il segretario di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, secondo il quale la legge di bilancio «colpisce i poveri invece di colpire la povertà, non riduce le diseguaglianze anzi le allarga, e le allarga con la leva fiscale che ancora una volta funziona alla rovescia».

E se in dichiarazioni di voto sono arrivate accuse al governo sui tempi della manovra, il capogruppo di Fdi in commissione Cultura, Federico Mollicone, butta la palla nel campo della ragioneria dello Stato. «Non contestiamo i rilievi ma il fatto che non ci fosse nessuno nella seconda notte di voto sulla Manovra - ha detto l’esponente di Fdi - Abbiamo dovuto mandare mail per avere risposte arrivate il giorno dopo ossia questa mattina: durante la legge di bilancio ci sono tutti del personale a Montecitorio, tutto era aperto ma i funzionari no». Dove per rilievi si intendo le 44 richieste di correzione arrivate proprio dalla Ragioneria, tra cui quelle sullo smart working.

Riassumendo la legge di Bilancio, gran parte del denaro, circa 21 miliardi, va alle misure per mitigare il caro-bolletta. In particolare, le risorse andranno al taglio degli oneri impropri delle bollette, al bonus sociale sulle bollette (con Isee a 15mila euro) e al rifinanziamento del credito d’imposta per le imprese. Altro punto cruciale il taglio del cuneo fiscale, l’innalzamento delle pensioni minime a 600 euro per gli over 75 e gli sgravi fiscali per le imprese che assumono under 35.