Ilcapogruppo di Fratelli d’Italia in Senato Lucio Malan ribadisce la «coerenza» di Fdi sul Mes e spiega che il governo proseguirà «nel tentativo di far inserire nel Patto di stabilità, oltre alle molte flessibilità che non erano previste prima e ora lo sono, una modifica che tenga conto maggiormente degli investimenti».

Senatore Malan, il no alla ratifica del Mes è stato un “fallo di reazione” rispetto all’approvazione del Patto di stabilità?

Fratelli d’Italia ha sempre espresso posizione contraria sul Mes, sia quando eravamo all’opposizione sia ora che siamo al governo. Ma abbiamo anche detto nelle scorse settimane, direi mesi, che non si poteva prendere una decisione sul mes senza avere il quadro del Patto di stabilità. Essendo stato concluso l’accordo sul Patto di stabilità, il quadro generale ci ha confermato che la scelta migliore del’Italia fosse quella di votare contro il mes. Che è stato portato al voto dall’opposizione nella speranza di metterci in difficoltà, ma abbiamo votato avendo come guida gli interessi degli italiani.

Eppure il ministro dell’Economia Giorgetti dice che fosse stato per lui lo avrebbe approvato: sfrutterete questa bocciatura per provare a ottenere vantaggi in Europa?

La bocciatura delle modifiche del Mes ci consente di proporre all’Ue delle modifiche al Mes originario, che è quello tuttora in vigore e al quale l’Italia aderisce. Modifiche che lo rendano più confacente alle necessità del’Italia e dell’Europa. In parallelo, proseguiremo nel tentativo di far inserire nel Patto di stabilità, oltre alle molte flessibilità che non erano previste prima e ora lo sono, una modifica che tenga conto maggiormente degli investimenti. Perché un conto è fare debito per spesa corrente, un altro farlo per investimenti. E noi siamo certi che l’Italia abbia bisogno di investimenti che rendano più efficiente la nostra economia aumentando le prospettive di crescita. Solo la crescita può rendere sostenibile il nostro debito nel lungo periodo.

Come valuta l’astensione di Forza Italia?

Le piccolissime differenze di valutazione che abbiamo avuto tra alleati in questi 14 mesi di governo, che sono state pochissime, hanno una cosa in comune. Cioè che l’obiettivo è lo stesso, le differenze sono solo sul come raggiungerlo. Tutti vogliamo un rapporto con l’Europa che difenda gli interessi italiani e che non ponga vincoli e zavorre alle capacità dell’Italia di crescere e di avere prospettive economiche positive. In quest’ottica i due voti vanno nella stessa direzione, anche se Fi ha espresso una sua legittima posizione diversa dalla nostra.

E il voto del M5S, che si è sposato col vostro e con quello della Lega?

Nell’opposizione, più ancora del fatto che alcuni hanno votato a favore altri contro, c’è una straordinaria contraddizione del M5S con se stesso. Due anni e mezzo fa il M5S ha firmato le modifiche al Mes e poi adesso vota contro la stessa cosa che ha firmato. Io francamente non ho ancora capito come il presidente Conte, che all’epoca era presidente del Consiglio e oggi è leader del partito, possa ancora accusare gli altri di mentire. O non ha fatto gli interessi degli italiani quando era a capo del governo o non li sta facendo adesso.

Ieri il via libera del Senato alla legge di Bilancio: Fdi è soddisfatta di quanto previsto o ci sono temi sui quali si poteva fare di più?

Noi siamo molto soddisfatti di questa legge di bilancio perché nelle enormi difficoltà che ci sono, visti i 20 miliardi di spese per il superbonus che continueranno per diversi anni e 13 miliardi in più in spesa per interessi dovuti all’aumento dei tassi della Bce, siamo riusciti a mettere risorse sugli obiettivi che riteniamo fondamentali: lavoro e sviluppo, con il taglio del cuneo fiscale, il sostegno alle famiglie e le risorse per sanità e forze dell’ordine.

A proposito di sanità, le opposizioni vi accusano di aver fatto poco e nulla e che i 3 miliardi messi sul piatto sono briciole: che ne pensa?

Certamente se non avessimo la zavorra dei 20 miliardi del superbonus qualche miliardo in più sulla sanità l’avremmo messo volentieri. Purtroppo non è stato possibile ma osservo una cosa. Oggi le opposizioni sono unite nel chiedere più soldi nella sanità ma lo erano anche una non e mezzo fa, aprile 2022, nel votare un Def nel quale si diceva che passata l’emergenza covid si potevano ridurre le spese per la sanità. Facilissimo oggi dire “dovevate mettere più soldi”, ma se non l’avessero sperperati in bonus, superbonus e via noi l’avremmo fatto. E francamente le opposizioni dimostrano poca serietà su tema.

Tornando al Mes, crede che la bocciatura della ratifica ostacoli il percorso di credibilità fatto in questi mesi da Meloni in Ue?

In primo luogo, noi non abbiamo bisogno di un certificato di credibilità da parte dei nostri cugini d’Oltralpe, In secondo luogo, non c’è stato nessun passo indietro nella credibilità del governo Meloni. Basta guardare il programma sul quale abbiamo fatto campagna elettorale: la nostra azione di governo è perfettamente coerente con quel programma, semmai si discosta da quello di cui ci accusavano le sinistre, cioè che avremmo scassato i conti e che lo spread sarebbe andato alle stelle. Invece i conti sono a posto e sono certificati dai mercati, con uno spread che era a 196 come media nel 2022 mentre ora siamo a 160. Avevano detto che non saremmo stati capaci ad adempiere agli obiettivi del Pnrr e l’abbiamo fatto per tutte le rate. Adesso prevedono disastri per il futuro. Li smentiremo anche stavolta.