Lo dico (anzi lo scrivo) un po sorridendo: non mi sarei mai aspettato di trovarmi daccordo con un Procuratore della Repubblica, e per di più con un Procuratore piuttosto famoso, molto severo, e col quale, spesso, mi è capitato di polemizzare. Però non riesco proprio a capire le feroci critiche che si sono scatenate contro il dottor Armando Spataro. Spataro si è limitato a stilare un documento, e poi a fare una conferenza stampa, per affrontare i problemi dei rapporti tra giustizia e fenomeno dellemigrazione. Spataro ha preso di petto soprattutto due questioni. La prima è quella di come trattare i reati dellodio ( soprattutto dellodio razziale) che sono in grande aumento nel territorio di Torino ( ma non credo solo di Torino); e la seconda è quella relativa al respingimento delle navi dei migranti.Spataro non ha compiuto nessuna invasione di campo ( come spesso fanno i magistrati) ha evitato con rigore di rubare il lavoro ai politici e ai sociologi, e si è limitato a richiamare alcuni principi stabiliti dal diritto. Spiegando come, in questo terreno assai complesso, e che riguarda persone e popolazioni non solo italiane, occorre evidentemente riferirsi anche al diritto internazionale.Non occorre essere professoriuniversitari, del resto, per sapere che esiste la Convenzione di Ginevra, e che questa Convenzione è un caposaldo del diritto internazionale da moltidecenni. Il dottor Spataro, nel suo documento, ha ricordato quel brano della Convenzione che si riferisce ai diritti dei rifugiati e riconosce il principiodel non- refoulement. E un testo del luglio del 1951. Prescrive il non respingimento presso luoghi dove la vita o la libertà potrebbero essere minacciati. Il dottor Spataro non harichiamato invece larticolo 10 della nostra Costituzione,che qui trascrivo: «Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese leffettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto dasilo nel territorio della Repubblica». Cè qualcuno che pensa che, per esempio, in Libia, il profugo possa godere dei diritti e delle libertà garantiti dalla nostra Costituzione?Richiamare la politica italiana a questi principi, da parte di un magistrato, non è una invasione di campo. Il magistrato resta alla lettera della legge. Piuttosto, potrebbe apparire come una invasione di campo quella di un ministro - parlo dellon Salvini - il quale chiede che i migranti che sono sulla nave della Guardia Costiera siano sbarcati in manette. I ministri, e i politici, possono ( e devono) discutere sulle politiche dellimmigrazione, e decidere, usando decreti, leggi, provvedimenti amministrativi. Non hanno però nessuna competenza, per fortuna, sugli arresti delle persone. Non servono voli pindarici o particolari conoscenze per capire queste cose.Quel che stupisce di più è che le normalissime osservazioni del Procuratore di Torino, sulle leggi e le norme che regolano laccoglienza, non siano in nessun modo presenti nel dibattito politico né in quello giornalistico e televisivo. Lesistenza della Convenzione di Ginevra e della Costituzione sembra del tutto ignorata da politici e giornalisti. E questa ignoranza, francamente, non aiuta né la legge, né la formazione dello spirito pubblico.