Lo Stato riparte da Caivano, parola di Giorgia Meloni. Di una ripartenza c'è di certo bisogno se, come ammette la presidente del Consiglio, in territori come il Parco Verde, e per inciso in Italia ce ne sono moltissimi, la presenza delle istituzioni «non è stata sufficientemente percepita e forse sufficientemente presente». Parole appena velate da una prudenza che tempo pochi secondi e Giorgia Meloni metterà da parte: «Qui si è consumato un fallimento da parte dello Stato e delle istituzioni».

Si è consumato da tempo, perché Meloni in visita a Parco Verde ricorda l'assassinio feroce di Fortunata Loffredo, 6 anni, violentata e uccisa quasi 10 anni fa e la morte misteriosa di un altro bambino, l'anno prima: «Uno Stato giusto deve difendere i più deboli». Non averlo fatto sigla la sua débacle. Poco dopo, probabilmente rendendosi conto della pesantezza dell'affermazione, peraltro non infondata, Meloni correggerà con un sintetico post Facebook chiaramente buttato giù in fretta e furia: «Lo Stato c'è e non intende abbandonare i cittadini nell'illegalità».

Per dare un senso alle diverse tonalità affastellate nel giro di pochi minuti si potrebbe dire che lo Stato certamente c'è, però a Caivano e negli altri ghetti che proliferano non solo al sud non se ne accorge nessuno, però i tempi stanno per cambiare. «Vedrete presto i frutti di questa mia visita in termini di controllo del territorio. Questo territorio sarà radicalmente bonificato da illegalità, criminalità e droga». Va detto a onore della premier che tra lei e i numerosi altri leader della destra che nel corso del tempo hanno ruggito e promesso sfracelli a colpi di repressione una differenza si registra. La bonifica, dice chiaramente Giorgia Meloni, non può bastare senza una seconda fase di costruzione e non solo di repressione per la quale promette di mobilitare tutti i ministri.

Cosa significa in concreto: il Centro sportivo Delphinia, oggi una «discarica a cielo aperto» dove si sono consumati i ripetuti stupri di gruppo, sarà riaperto e riportato alle funzioni originarie entro la prossima primavera, costo dell'intervento 10 milioni. Nel Centro, grazie a 12 milioni già messi a disposizione dal ministero della Cultura ci saranno anche una biblioteca e una sala multimediale. La lotta contro la dispersione scolastica, promette Giorgia, diventerà una cosa seria. Nelle scuole arriveranno altri 20 docenti e i posti di lavoro che verranno creati nel centro polifunzionale risorto saranno destinati agli abitanti del rione ghetto.

Di tutto questo, prima del rapido punto stampa finale, la premier aveva già parlato nella riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza riunito nella scuola Morano. La sfida però è più complessiva: partire da Caivano per poi estendere l'esperimento a tutte le aree degradate, le «altre, troppe zone franche che in Italia sono aperte». Il fronte non è Caivano, anche se quel rione di Napoli acquista i connotati della prima linea. Il fronte sono le periferie che, promette il capo del governo, diventeranno centrali nell'agenda del governo.

Come al solito la presidente del consiglio si è sottratta alle domande dei cronisti. Per la verità ha evitato di incontrare anche le mamme della bambine stuprate, nonostante una di loro avesse esplicitamente chiesto di poterle parlare per per chiedere il suo aiuto. Niente da fare. Il “punto stampa”, poi, si è risolto in un annuncio senza bisogno di fornire anche risposte e delucidazioni. Ormai è un'abitudine che sta però diventando imbarazzante: una presidente del consiglio che evita accuratamente di affrontare la stampa ancora non la si era mai vista e non è un bello spettacolo. Comodo invece lo è di certo. Non è infatti affatto chiaro come intenda combattere la sacrosanta guerra contro il degrado che ha appena dichiarato senza adeguati fondi e anzi dopo aver reso ancora più disperata la situazione di chi in quei quartieri vive: la fascia sociale più colpita dal taglio del reddito di cittadinanza. Le intenzioni sono buone, anzi ottime. Ma perché fossero qualcosa in più che classiche belle parole ci vorrebbe uno sforzo titanico già da questa manovra. Per ora non sembra che ce ne sarà traccia.