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Il Senato ha dato il via libera alla legge di Bilancio, con 112 sì, contrari 76 e tre astenuti sul voto di fiducia chiesto dal governo sul maxiemendamento. Ora il testo passa alla Camera per il via libera definitivo che, da programma, dovrebbe arrivare il pomeriggio del 29 dicembre. «Sono molto soddisfatto», ha commentato a caldo il leader della Lega Matteo Salvini, mentre durante gli auguri natalizi con i dipendenti di palazzo Chigi la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha definito «straordinario» il lavoro fatto in quest’anno e ha ipotizzato un 2024 « forse ancora più difficile...».
Ok alla manovra anche da Forza Italia e Noi con l’Italia, mentre hanno votato contro tutte le opposizioni. Ad astenersi sulla fiducia sono stati i due senatori a vita, Elena Cattaneo e Mario Monti, assieme al senatore delle Autonomie, Meinhard Durnwalder.
E c’è stato anche spazio per un “caso Gasparri”, cominciato nel momento in cui, durante l’intervento del leader di Iv Matteo Renzi, il capogruppo di Fi gli ha rivolto delle frasi ingiuriose. Intervento sospeso e richiesta della revisione video da parte del presidente del Senato La Russa, ma l’episodio è stato risolto dallo stesso Renzi. «Informo l'Assemblea che il presidente Renzi si è dichiarato soddisfatto delle scuse del senatore Gasparri - ha detto a fine seduta La Russa - e quindi, in un clima natalizio, non avrà più seguito alcuna discussione. Me lo ha detto lui, giuro, buon Natale a tutti».
Ma per le opposizioni quello economico del paese non sarà un “buon Natale”. «La legge di Bilancio ci preoccupa perché è scritta sull'acqua - ha spiegato il capogruppo del Pd Francesco Boccia - Per la seconda volta in due anni scrivete una manovra basata su previsioni errate: la nostra preoccupazione è legata a tutto quello che è stato messo dentro alla manovra, perché è improntata sul breve termine in un contesto fragile e incerto e con poche risorse a disposizione».
E se lo stesso Renzi parla di «procedura scandalosa» in riferimento al diktat di non presentare emendamenti di maggioranza, peraltro non accettato del tutto, «manovra di sbilancio» la definisce il senatore di vs Tino Magni, secondo il quale la legge di Bilancio «non affronta i profondi problemi che attanagliano il Paese, anzi li aggrava».