Ettore Rosato, vicepresidente della Camera e colonnello renziano, spiega che «l’elezione diretta del presidente del Consiglio è un terreno in comune sul quale lavorare» con la maggioranza, «magari con un meccanismo di sfiducia costruttiva come anche qualcuno in maggioranza sta ipotizzando». Sul confronto con Pd e M5S è netto: siamo aperti al dialogo su questioni che aiutino i lavoratori e che aiutino a incrementare i salari, basta che il punto non sia unicamente la difesa del reddito di cittadinanza e di politiche che hanno dimostrato il loro fallimento».

Onorevole Rosato, come può essere costruito il dialogo tra maggioranza e opposizione sule riforme e in primis sul Pnrr, anche alla luce dello scontro tra governo e Corte dei conti?

Non penso che sulla Corte dei conti il governo abbia sbagliato. Condivido il pensiero del professor Cassese: sicuramente il modo può essere rivisto ma il contenuto della polemica è comprensibile. Di certo i controlli concomitanti non sono utili in questo ambito. Poi ci deve essere un interesse collettivo e generale sul Pnrr, perché non sono fondi di parte ma risorse pubbliche irripetibili che vanno spese bene e rapidamente. La maggioranza costruisca condizioni per un largo consenso anche sulle eventuali modifiche delle destinazioni.

A proposito di destinazioni, si discute del possibile utilizzo dei fondi per produrre armamenti, ipotesi peraltro smentita dal governo: che ne pensa?

Non trovo motivazioni oggi per destinare una parte dei fondi del Pnrr per l’aumento delle munizioni e francamente in Italia nessuno rema in questa direzione, nemmeno il governo, visto che ci sono atre risorse da utilizzare per quello. Serve invece vedere dove siamo in ritardo, dove le risorse possono essere spese meglio ma anche decidere strumenti che aiutino gli enti locali a fare la loro parte. Ancora oggi i comuni sono troppo in difficoltà per carenza di professionalità e le risorse assegnate ai comuni sono un pezzo importante del Pnrr.

Il tavolo sulle riforme istituzionali è sempre aperto e sembra che il governo voglia presentare una proposta che includa l’elezione diretta del presidente del Consiglio: la condividete?

Sulle riforme è sempre bene leggere i testi ed è importante che la maggioranza cominci ad avanzare delle proposte concrete. Per quanto ci riguarda le funzioni e la figura del presidente della Repubblica non vanno toccate. La scelta di far scegliere il presidente del Consiglio ai cittadini invece era anche nel nostro programma elettorale e penso sia un terreno in comune sul quale lavorare, magari con un meccanismo di sfiducia costruttiva come anche qualcuno in maggioranza sta ipotizzando. Resta indispensabile superare il bicameralismo, che rappresenta un serio ostacolo all’autorevolezza e all’efficacia del lavoro parlamentare.

Riuscirete su questi temi a coordinarvi con le altre opposizioni di Pd e M5S, così da avere maggiore forza al tavolo?

Onestamente non vedo la possibilità di coordinamento, soprattutto con chi fino a oggi ha lanciato il messaggio di non volere le riforme. Cioè quel pezzo di sinistra che ha scelto di votare contro anche al referendum del 2016. Non so che sinergia potremmo costruire con loro.

Eppure su alcuni punti, come la sfiducia costruttiva, anche il Pd sembra pronto al dialogo. ?

Sulle riforme si cerca di dialogare con tutti,

non si costruiscono maggioranze di governo ma si cerca di avere un consenso più largo possibile. Quindi magari il Pd avesse voglia di dialogare sulle riforme sul serio, lo vedremo. Al momento mi sembra che nel Pd la maggioranza che lo guida sia quella che si oppose al nostro referendum del 2016.

Ci sono altri temi, come il salario minimo richiamato anche dal governatore di Bankitalia Visco o le politiche per la casa sui quali avete dei punti di contatto con Pd e M5S: lavorerete su questo?

Sulla delega fiscale io vedo che nel governo c’è una grande continuità con quanto fatto dal governo Draghi. Hanno tolto tutte le idee di flat tax, ci sono cose su cui intervenire ma la base è quella del governo Draghi. Sul resto noi siamo aperti al dialogo da sempre, anche con le altre opposizioni su questioni che aiutino i lavoratori e che aiutino a incrementare i salari. Basta che il punto non sia unicamente la difesa del reddito di cittadinanza e di politiche che hanno dimostrato il loro fallimento.

Nelle scorse settimane avete puntato il dito contro il governo Conte I, che chiuse Italia sicura, l’unità di missione contro il dissesto idrogeologico: siete pronti a sostenere il governo nel riaprirla?

Il governo si era impegnato giù da tempo in Parlamento a riattivare l’unità di missione di Italia sicura. Mi aspetto che lo facciano e siamo lì a dare tutto il sostegno necessario.

Il governo però non sembra intenzionato a nominare Bonaccini come commissario alla ricostruzione: che ne pensa?

Sul tema del commissario l’indicazione del nome spetta al governo, certo saremo vigili sul fatto che venga nominata una persona capace, competente e che conosce il territorio. E Bonaccini lo è.

Crede che Italia viva, Azione e + Europa si uniranno in una lista unica alle Europee e in caso dopo il voto siete pronti a un’alleanza con Popolari e conservatori per guidare il Parlamento europeo?

Penso sia stato un grave errore interrompere il percorso della creazione di un unico partito di Renew Europe in Italia, di cui rischiamo di pagare le conseguenze in termini di credibilità con i nostri elettori. È evidente che in questo proposte diverse alle Europee risultano ancor più faticose. Anche perché se si vuole giocare un ruolo in Europa bisogna avere i numeri. Comunque costruire una maggioranza di governo del Parlamento europeo in cui i governi di Francia e Germania non siano rappresentati mi sembra una forzatura che l’Europa non può permettersi.

Renzi e Calenda riusciranno a far pace prima o poi?

Io sono un grande ottimista.