Virginia Raggi va al contrattacco. In Aula Giulio Cesare, durante il consiglio comunale straordinario, la sindaca ha negato l'esistenza di un conflitto di interessi dell'assessore all'Ambiente Paola Muraro, che vanta un lungo passato nell'Ama: «Altri consulenti hanno ricevuto compensi ben più onerosi. Lei sta mettendo il dito nelle piaghe che vanno toccate e quindi spaventa. È proprio questo il motivo per cui l'abbiamo scelta, in base al curriculum, alle competenze e al fatto che conosce perfettamente malfunzionamenti e irregolarità della macchina». L'impressione è che sul fronte giudiziario bisognerà presto abbandonare la strada dell'intransigenza e della purezza assoluta, incompatibili con il governo di una metropoli e la gestione di uno dei tanti enti di sottogoverno, al quale si dovrà mettere mano con fermezza, ma anche flessibilità e realismo.Secondo i Cinquestelle le vecchie amministrazioni comunali hanno flirtato a lungo con il "re della monnezza" Manlio Cerroni, l'ex patron della discarica di Malagrotta, non a caso ribattezzato l'ottavo Re di Roma. «Negli ultimi 40 anni, centrosinistra e sinistra, tranne la parentesi della giunta Alemanno dal 2008 al 2013, hanno governato ed è singolare che tra i firmatari per la richiesta di questa assemblea ci siano i partiti che dovrebbero conoscere bene la situazione. Alla chiusura della discarica, dopo l'arresto di Cerroni, non è seguita l'individuazione di siti alternativi per lo smaltimento dei rifiuti in linea con i dettami dell'Ue», ha aggiunto la sindaca.La situazione è grave e le prospettive tracciate dalla stessa Raggi appaiono fosche per la Capitale: «Il rischio sanitario è dietro l'angolo e bisogna lavorare per scongiurarlo. Non si può chiudere l'intero ciclo dei rifiuti. Dobbiamo affrontare una crisi sistemica, nei prossimi sei mesi, con scarse risorse e tempi ridotti». Per fronteggiare l'emergenza si pensa anche all'utilizzo della tecnologia: «Dobbiamo studiare delle soluzioni, come i cassonetti di condominio che possano togliere i rifiuti dalla strada e la possibilità di inserire dei chip nei contenitori, in cui potranno conferire solo i residenti del quartiere».Insoddisfatti la capogruppo Pd Michela De Biasi e Roberto Giachetti: «Il sindaco parla per spot. Ci si aspettava che chiarisse il ruolo di Muraro, ma a domande precise dà risposte generiche, addossando tutta la colpa ad Ama e alle amministrazioni precedenti. E si prende come assessore chi ha guidato e ispirato quei processi per 12 anni. Prendiamo atto del forte imbarazzo che serpeggia all'interno del M5s e ci chiediamo: dov'è Di Battista oggi? Perché non è in Aula a gridare "onestà, onestà"? Non se l'è sentita di tornare a farlo appena due mesi dopo? ». Il Codacons chiede addirittura l'intervento dell'esercito e avverte: «Siamo pronti a denunce penali».La Raggi ha replicato agli affondi dell'opposizione, invocando pazienza: «Affrontiamo situazioni assurde, nessuno ha la bacchetta magica». Per la sindaca pentastellata, Ama non ha fatto nulla in questi anni («Chiederemo approfondimenti all'azienda») e ha fallito buona parte degli obiettivi: «Serve un tavolo permanente tra Regione, Comune e Anac». Il dossier sarà in commissione Ecomafia il 5 settembre, dove sono previste le audizioni della Raggi e della Muraro.