È in calendario per il prossimo giovedì la votazione dell'Aula sulla concessione dell'immunità al senatore Gabriele Albertini (Ncd), attualmente sotto processo al Tribunale di Brescia per il reato di calunnia aggravata. Come si ricorderà, il procedimento è scaturito da una denuncia di Alfredo Robledo, all'epoca procuratore aggiunto di Milano, a seguito di alcune dichiarazioni alla stampa dell'ex sindaco del capoluogo lombardo che lo aveva accusato di voler perseguitare la sua giunta con una serie di indagini. La scorsa settimana la Giunta delle elezioni e delle immunità ha votato a favore del senatore alfaniano. Tutti i gruppi parlamentari, ad eccezione dei grillini e del dissidente Dem Felice Casson, negli ultimi tempi sempre più vicino in materia di giustizia alle posizioni dei pentastellati, hanno sposato la tesi della relatrice Rosanna Filippin (Pd) secondo la quale le affermazioni di Albertini «pur se fatte in epoca in cui era parlamentare europeo e non senatore della Repubblica, vanno considerate nella loro interezza e sistematicità essendo poi state replicate per ben 38 volte». La votazione del Senato, a scrutinio segreto, arriva dopo giorni di accese polemiche che stanno infiammando anche la rete attraverso appelli e che lo stesso Robledo sta sostenendo: «La giunta per le immunità si è inventata la bestialità dell'immunità retroattiva per salvare la pelle a Gabriele Albertini (...) un abuso da casta di un privilegio bello e buono (...) non possono (i Senatori ndr) sguazzare nei loro privilegi ricattare le istituzioni, con la loro posizione e rimanere sempre impuniti». E ancora, «Albertini aveva minacciato di togliere supporto al governo se non gli avessero concesso l'immunità per questa questione sua personale. E' un voto di scambio, una cosa che fa orrore». [masterslider id="3"] Il senatore Albertini, comunque, non intende passare per uno che vuole sottrarsi alla giustizia. Sfruttando le guarentigie per difendere il suo operato da primo cittadino. «Quando ero sindaco di Milano - dice Albertini - la mia amministrazione ha speso oltre 6 miliardi di euro in 9 anni senza, ripeto, senza un avviso di garanzia. 3 miliardi, quasi il doppio del costo per Expo2015 e senza alcun clamore mediatico giudiziario, sono stati da me spesi come commissario straordinario di governo alla depurazione delle acque, al traffico, ai trasporti e viabilità». E poi: «Per chi si fosse scordato ho istituito anche un audit interno unico per tutto il comune di Milano con circa 20 funzionari con facoltà ispettive per tutti gli atti dell'Ente. Con poteri veri, da magistratura inquirente. Una sorta di Authority Anticorruzione di Raffaele Cantone ante litteram! ». Ma è a chi lo accusa di avercela con i magistrati che Albertini risponde piccato: «Ma quando mai! A proposito di indagini, sono stato io che per primo ho avviato una fattiva collaborazione con la Procura della Repubblica di Milano. Soprattutto per quanto concerne i patti d'integrità che hanno portato all'esclusione dagli appalti, anche per il futuro, di circa 600 aziende che facevano cartello con vari scambi di proprietà».