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«In questi giorni ho letto e sentito di tutto: retroscena inventati di sana pianta, ricostruzioni totalmente prive di senso logico e spesso anche contraddittorie. La verità è una sola: stimo molto Giorgia Meloni». Marina Berlusconi prova a mettere una pietra - che rimane pietra - sopra alle polemiche innescate dall’affaire Giambruno.
La famiglia non c’entra nulla con i fuori onda dell’ex compagno della premier pubblicati da Striscia la notizia. O almeno è questo il senso delle parole che la primogenita di Silvio consegna alla sapiente penna di Brunoi Vespa, autore del libro Il rancore e la Speranza, in uscita per Mondadori/Rai Libri a inizio novembre. Nessuna volontà di colpire Palazzo Chigi, dunque. Giorgia Meloni, per Marina, è una leader «capace, coerente, concreta. La apprezzo sul piano politico e la apprezzo molto anche come donna, ancor più in questi giorni». I dissidi politici, l’iniziale fastidio per la tassa sugli extraprofitti, le polemiche e le diffidenze reciproche non c’entrano nulla in questa storia, prova a sottolineare la presidente di Finvest e Mondadori.
Le precisazioni, del resto, sono dovute. Soprattutto dopo il messaggio sibillino postato dalla premier nel giorno dell’addio al fidanzato. «Tutti quelli che hanno sperato di indebolirmi colpendomi in casa sappiano che per quanto la goccia possa sperare di scavare la pietra, la pietra rimane pietra e la goccia è solo acqua», aveva concluso con tono minaccioso la presidente del Consiglio, lanciando segnali apparentemente rivolti più agli “amici” che agli avversari.
Interpretazioni malevole, secondo Marina Berlusconi, che anzi rivendica un rapporto personale, intimo, con Meloni. «Quando mio padre è scomparso ho sentito la sua vicinanza alla nostra famiglia e di questo le sono grata», dice la figlia del Cavaliere. E pensare che poche ore prima, il leader di Forza Italia e vice premier Antonio Tajani si era sentito in dovere di dichiarare: «Non c’è da parte della famiglia Berlusconi, per quel che ne so, alcun intendimento di creare danni al governo, come non c’è da parte di Forza Italia». E le informazioni in possesso di Tajani erano corrette. Almeno a seguire le rivelazioni di Marina, che sostiene di aver anche condiviso molte scelte di Palazzo Chigi. «A cominciare dalla grande attenzione verso la politica estera in nome di sani e sacrosanti principi atlantisti ed europeisti. Viviamo una fase drammatica, nella quale è la nostra stessa identità, liberale e democratica, a trovarsi sotto attacco. L’aggressione della Russia ai danni dell’Ucraina e i massacri in Medio Oriente ne sono la dimostrazione più evidente e più atroce», argomenta la figlia dell’inventore del centrodestra italiano.
«Relativamente alla politica economica, poi, apprezzo la cautela e il senso di responsabilità con cui questo esecutivo sta gestendo i conti pubblici», insiste. Anche se «indubbiamente», concede la primogenita di casa Berlusconi, «ci sono state anche alcune mosse che mi sono piaciute di meno, e non lo ho nascosto. Ma va sempre considerato che il governo si è ritrovato a dover fronteggiare una situazione macroeconomica complicatissima, tra guerra e inflazione, oltre a dover rimediare ad alcune eredità del passato davvero indigeste. Penso in particolare ai vari bonus edilizi: facendo i calcoli, pesano sul nostro Paese per una cifra vicina all’importo dell’intero Pnrr».
Pace fatta, dunque? È presto per dirlo. Dietro l’angolo sono ancora parecchi i report che potrebbero esplodere tra le mani del governo, soprattutto se di mezzo ci sono gli interessi di una delle più importanti aziende italiane. E non è detto che le scintille restino confinate fuori onda.