«A pensare male si fa peccato, ma... Com’era la frase di Andreotti? Io spero che il motivo di mettere in difficoltà finanziarie Rousseau non sia quello di mettere sul piatto le regole che hanno sempre caratterizzato il Movimento 5 Stelle». Alla vigilia del quinto anniversario dalla morte del padre, Davide Casaleggio va in Tv, su Rai 3, a In mezz'ora in più, e non schiva le domande più delicate sull'attuale situazione di tensione tra M5S e Rousseau. «C’è un grande dibattito su grandi tematiche politiche, che è anche giusto ci sia. Altra questione è entrare nel merito delle regole e mettere in difficoltà finanziaria Rousseau per mettere sul tavolo il terzo mandato o le candidature dal basso», spiega il figlio del fondatore, che domani aprirà l'evento in memoria di Gianroberto insieme ad Alessandro Di Battista. Rottura col Movimento? «Io cerco di evitare di leggere i retroscena, perché ce ne sono tonnellate ogni giorno. E non mi sento un politico. Come in una nave in tempesta, penso sia necessario virare in tempo utile» spiega il patron di Rousseau, convinto che anche sulla questione che riguarda il M5S e la piattaforma «sia utile virare nella direzione giusta per evitare di imbattersi nella tempesta ed evitare di ricorrere alle scialuppe. Bisogna prendere una decisione giusta per l’Italia, con il Recovery fund, così come bisogna prendere una decisione giusta con il M5S, verso una struttura di movimento olocratica, dove il potere è diffuso su tutta l’organizzazione. Spero si prenda la direzione giusta», aggiunge. Il fondatore del Movimento, assicura il figlio, «ha sempre pensato al M5S come una forza ben distinta dalla forma partito dello scorso secolo. Anche le aziende stanno cambiando questo approccio, non solo le formazioni politiche. L’obiettivo che si poneva con il Movimento in Parlamento era lo stesso di prima che entrassero: voleva portavoce, terminali di un movimento più radicato nella società». Il governo, prosegue il proprietario della piattaforma di democrazia diretta, non è mai stato un obiettivo prioritario di  Casaleggio. «Mio padre Gianroberto non pensava di fondare un movimento politico, ma era indignato dai fatti che leggeva, essendo un grande lettore. Si indignava di questi fatti perché erano determinati da interessi diversi da quelli dei cittadini: da Paesi stranieri o addirittura interessi personali», spiega. «Questo movimento non aspirava ad arrivare al governo, è stata un’evoluzione naturale. Pensava che sarebbe successo, ma non lo vedeva come un obiettivo: pensava che potessero cambiare i fatti che lo indignavano». Ma le idee del defunto manager non sono destinate a sparire per un eventuale divorzio tra M5S e Rousseau: «Quando vedo le interviste di mio padre mi sembra averlo qui accanto a me, questo mi conforta e rinforza il percorso che abbiamo seguito in questi anni. Lui parla di idee che cammineranno con le gambe di chi vorrà portarle avanti, questo è un messaggio che tanti hanno colto e tanti oggi stanno portando avanti le sue idee, anche se in contesti diversi», dice Davide Casaleggio, che secondo alcuni potrebbe essere intenzionato a dar vita a una nuova creatura politica.