Non può essere solo un caso: c’è del metodo nell’autolesionismo con cui questo centrosinistra costruisce le sue sconfitte. L’ultima puntata della lunga serie di disfatte e miserie confezionate con arte rara e sapiente, arriva dal flop annunciato dei referendum. Un suicidio politico cristallino guidato, è bene fare nome e cognomi, da Elly Schlein, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli e Giuseppe Conte. Il tutto col sigillo del capo del più importante e storico sindacato italiano: Maurizio Landini, segretario della Cgil, nonché erede di Giuseppe di Vittorio, Luciano Lama e Bruno Trentin (sic!). Ma questa è un’altra storia.
L’effetto di questa sconfitta annunciata sta tutta nel sorriso a 36 denti di Matteo Salvini che, con ghigno orbaniano, ha già fatto sapere che la “cittadinanza italiana non è un regalo” e che “le norme, ora, saranno più severe”. Lo ha detto bene la dem “dissidente” Pina Picierno: «È un regalo enorme a Meloni».
Già, perché è questo il delitto più grande di chi ha guidato il popolo del centrosinistra verso questa Caporetto politica: l’aver bruciato per chissà quanti anni, forse decenni, la possibilità per migliaia di ragazzini figli di migranti di prendere la cittadinanza italiana. Insomma, non ci sarebbe nulla di male nel masochismo della sinistra se non fosse che travolge la vita vera (e già assai complicata) di migliaia di persone. Ma questa incapacità di leggere il presente e di incidere nella realtà va avanti da molto tempo.

Noi lo abbiamo detto, e lo ripetiamo. Manca una visione che tenga insieme la complessità, che non ceda ai vezzi dell’identità ideologica. Manca un pensiero capace di affrontare i fenomeni con uno sguardo riformatore, e non con il manuale delle giovani marmotte della sinistra. Ogni occasione viene sprecata per distinguersi, per alzare bandierine, per misurare la fedeltà interna invece che costruire una cultura politica.
Il riformismo, quello vero, si fa con il coraggio di governare la complessità, di tenere insieme pezzi diversi di società e di dare forma al futuro. Serve il pensiero lungo, il lavoro sporco del compromesso, la pazienza della mediazione. Serve cultura politica, non indignazione un tanto al chilo.