«Io sono per il centrodestra unito, in Italia e in Europa: se qualcuno in Europa preferirà i Socialisti alla Lega, ai francesi, agli austriaci, agli olandesi e ai tedeschi, lo spiegherà» . Sono parole del leader della Lega, Matteo Salvini, che non ha avuto bisogno di mettere le parole «Giorgia Meloni» al posto di «qualcuno» per far arrivare forte e chiaro il messaggio a palazzo Chigi. Un messaggio mandato da Bruxelles, dove Salvini ieri ha incontrato gli europarlamentari del Carroccio, e dove oggi la presidente del Consiglio Giorgia Meloni incontrerà la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, con la quale i rapporti sono sempre più stretti. E infatti, puntuale come un orologio svizzero Salvini ha affossato anche la possibilità di un sostegno del gruppo di Identità e democrazia all’attuale vertice della Commissione. «Io personalmente no», ha risposto a chi gli chiedeva se la Lega voterebbe per la presidente in carica, nel caso si ripresentasse.

Il ministro delle Infrastrutture, insomma, non manca occasione per rimarcare la distanza tra la sua strategia in Europa, che prevede una stretta alleanza con il Rassemblement national di Marine Le Pen e con i tedeschi di Afd, e quella di Giorgia Meloni, che ormai da mesi sta tessendo la propria tela per fare in modo di dare il sostegno del gruppo Conservatore alla prossima Commissione. Per la quale difficilmente basteranno i voti di Conservatori, Popolari e Liberali, come vorrebbe l’inquilina di palazzo Chigi. E così non resterebbe che passare al piano B, cioè all’abbraccio con i Socialisti, foss’anche solo per il voto del Parlamento europeo che darà il via libera alla prossima Commissione, come specificato da Meloni nella conferenza stampa di inizio anno.

Ma l’abbraccio tra Socialisti e Conservatori è proprio quello che Salvini vorrebbe evitare, pur sapendo che i voti per una maggioranza «di centrodestra», come il numero uno di via Bellerio vorrebbe, non ci saranno. Nonostante l’ottimismo espresso ieri da Salvini a Bruxelles. «Identità e Democrazia è destinata a diventare il terzo gruppo del Parlamento europeo, e conto che possa crescere ancora: siamo in contatto con alcune nuove persone, con nuove delegazioni e nuovi Paesi, nuovi movimenti - ha detto Salvini - Siccome le cose mi piace dirle una volta che sono fatte lo saprete ad accordi fatti, ma stiamo crescendo tanto e conto che saremo determinanti».

Per poi lanciare l’attacco “anonimo” a Fd’I. «È un’occasione storica, perché per la prima volta ci potrà essere una maggioranza senza i Socialisti, se il centrodestra sceglierà di essere unito. Io sono per il centrodestra unito, in Italia e in Europa - ha aggiunto - Se qualcuno in Europa preferirà i Socialisti alla Lega, ai francesi, agli austriaci, agli olandesi e ai tedeschi, lo spiegherà».

Per poi attaccare la commissione von der Leyen sulle proteste in corso in diversi paesi europei, Italia compresa, da parte degli agricoltori. «I trattori che sono in piazza in tutta Europa hanno i problemi con l’attuale Commissione europea - ha puntualizzato Salvini rispondendo alla domanda se avesse problemi a sedersi al fianco dei neonazisti di Afd - la Commissione von der Leyen da questo punto di vista è disastrosa, sul fronte del lavoro e dei diritti: quindi semmai siamo noi ad avere problemi con chi ha mal gestito questa Europa insieme ai socialisti per troppi anni».

E di questa strategia fa parte anche il sostegno sempre più evidente a Viktor Orbàn sul caso Salis, dopo che il vice di Salvini, Andrea Crippa, ha detto che «ogni paese punisce come vuole». E una nota della Lega uscita in mattinata ha specificato che se da un lato «le immagini di Ilaria Salis incatenata in Ungheria sono scioccanti e «il suo caso offre la possibilità di riflettere sull’atteggiamento di un Paese membro dell’Ue», dall’altra c’è stato spazio anche per un «ma non solo». Perché la Lega accusa la militante di aver assaltato un gazebo della Lega a Monza il 18 febbraio 2017. «Per quei fatti Ilaria Salis è finita a processo, riconosciuta dalle militanti della Lega - continua la nota - Auspichiamo che la donna, di professione insegnante e definita dai sempre attenti giornali italiani “un’idealista”, possa dimostrarsi innocente in tutti i procedimenti che la riguardano».

Nelle stesse ore in cui Orbàn vedrà sia Meloni che von der Leyen al Consigio europeo straordinario di oggi, per Salvini non c’è modo migliore di mettere i bastoni tra le ruote alle due presidenti che stare dalla parte del premier ungherese.