Unità della Nato, maggiore attenzione nei confronti del «fianco Sud» e un viaggio negli Stati Uniti a fine mese. È il riassunto della giornata di ieri della presidente del Consiglio Giorgia Meloni al vertice dell’Alleanza Atlantica di Vilnius. Meloni che si è poi fermata a parlare con i giornalisti in conferenza stampa prima del bilaterale finale con il padrone di casa, il presidente lituano Gitanas Nauseda.

«Questo vertice è riuscito a ribadire una delle certezze che abbiamo avuto in questo tempo - ha esordito l’inquilina di palazzo Chigi - cioè l’unità dell’Alleanza atlantica nel difendere i propri valori e le regole del diritto internazionale, senza le quali nessuno di noi sarebbe al sicuro». Il focus centrale è stata la guerra in Ucraina, con la partecipazione al vertice del presidente Volodymyr Zelensky. «Abbiamo continuiamo a lavorare per favorire le condizioni per un processo negoziale che porti a una pace giusta e duratura - ha sottolineato Meloni - È evidente, per come la vediamo noi, che senza adeguate garanzie di sicurezza per l’Ucraina sia molto più difficile arrivare alla pace».

Una pace che avrebbe ripercussioni positive anche su quello che la presidente del Consiglio definisce il «fianco Sud» della Nato, cioè il bacino del Mediterraneo. «Abbiamo rivendicato l’attenzione che in questo momento va dato particolarmente al fianco orientale, ma abbiamo anche chiesto maggiore attenzione nei confronti del fianco Sud - ha spiegato la leader di Fdi - perché la guerra in Ucraina ha avuto pesanti ripercussioni soprattutto sui paesi in via sviluppo». Per poi insistere sul tema dell’industri della difesa. «La nostra libertà ha un costo - ah aggiunto - questo vale la pena di ricordarlo a chi vorrebbe che smobilitassimo».

Meloni ha poi ringraziato segretario generale della Nato Jens Stoltenberg «per la proroga del suo mandato, che racconta una leadership ferma in una fase difficile». Per poi raccontare il faccia a faccia con il presidente statunitense Joe Biden. «Mi ha invitato alla Casa Bianca il prossimo 27 luglio», ha annunciato la presidente del Consiglio ricordando anche gli incontri con il presidente turco Recei Tayyp Erdogan, «con il quale abbiamo parlato molto di Mediterraneo, di energia, di immigrazione e di pace rispetto al conflitto» e con il primo ministro del Regno Unito Rishi Sunak.

Il bilaterale di martedì con Erdogan è stato uno degli incontri più attesi dalla delegazione italiana, in particolare per gli investimenti congiunti nel settore della difesa e per la volontà di arrivare a un interscambio di 30 miliardi di euro. Ma anche per il “ricatto” messo in piedi dal presidente turco al suo arrivo a Vilnius quando ha offerto il lasciapassare per l’entrata della Svezia nell’Alleanza (poi arrivato) in cambio di quella della Turchia nell’Ue. «La questione dell’adesione della Turchia all’Ue è abbastanza lontana e non è un fatto prioritario - ha chiosato la leader di Fdi - lavoriamo ora per l’allargamento, o meglio riunificazione, dei Balcani occidentali, della Moldova e dell’Ucraina, che comporta di entrare nel merito delle regole di funzionamento e che necessita di correttivi da parte dell’Ue».

Ma c’è stato spazio anche per programmare il prossimo vertice dei grandi del mondo. «Come sapete noi il prossimo anno ospiteremo il G7 - ha ragionato Meloni - È un’occasione nella quale ovviamente intendiamo giocare un ruolo di primo piano anche sul tema della ricostruzione. Come avete visto in passato, con le conferenze che il governo italiano ha organizzato, ho detto e ribadisco che io considero il lavoro sulla ricostruzione dell’Ucraina anche un modo per scommettere sulla vittoria, su un futuro di pace, di libertà, di benessere, un futuro euroatlantico per questa nazione aggredita».

Parole importanti dopo la tensione delle scorse ore tra Zelensky e il resto della Nato seguita alla chiusura, in particolare da parte degli Stati Uniti, all’immediato ingresso di Kiev nell’Alleanza atlantica. Chiusure alle quali ieri hanno fatto seguito le garanzie su un futuro ingresso arrivate dal segretario Stoltenberg, accolte con soddisfazione da Zelensky.