Finalmente il testo del maxiemendamento è passato al Senato con 167 voti a favore e 78 contrari, 3 astenuti. Il testo il 28 torna alla Camera. Insieme alle polemiche. Il Pd annuncia il ricorso alla Consulta. Mentre si confermano i tagli alla pubblica amministrazione e il blocco delle assunzioni. Tra i motivi del ritardo anche la norma sui Ncc cambiata ulteriormente dopo le proteste dei tassisti. Tra i voti contrari quello di De Falco del movimento Cinque stelle. Le opposizioni hanno continuato nelle loro proteste: dopo quella accorata di Emma Bonino (cui ieri si è unito anche il senatore a vita ed ex presidente, Giorgio Napolitano), Pd e Forza Italia sono tornati ad accusare il governo di aver esautorato il Parlamento, interrompendo con urla i lavori d'aula. Anche sul fronte interno della maggioranza tira aria pesante, in particolare tra i grillini. La prima a farsi avanti per manifestare la sua contrarietà alla tecnica usata dal governo è stata la pentastellata "eretica" di corrente fichiana, la senatrice Elena Fattori. In un post di facebook che ha ottenuto già moltissime condivisioni ha scritto: "LA MIA ULTIMA FIDUCIA. Oggi darò forse il mio ultimo voto di fiducia a questo governo. FORSE, perché anche se nessuno se lo augura ci saranno situazioni di urgenza (terremoti, alluvioni epidemie o altre emergenze nazionali) per le quali sarà necessario varare un decreto come Costituzione prevede, fare in fretta e chiedere la fiducia al parlamento. E allora non mancherà la mia fiducia responsabile. Ma dall'inizio di questa legislatura chi aveva occupato il parlamento e le piazze per chiedere onestà, trasparenza e, soprattutto partecipazione e democrazia, ha imbavagliato il parlamento impedendogli di contribuire , correggere e proporre. Così anche questa volta non abbiamo potuto proporre: per esempio di alzare il tetto delle pensioni che non vedranno l'adeguamento (1500 euro non sono pensioni d'oro) o allocare maggiori risorse alle terre alluvionate, o all'agricoltura in difficoltà. Non abbiamo potuto impedire che si alzasse la cifra per l'affidamento diretto da 40.000 a 200.000 euro, pericolosa mossa in un paese clientelare come il nostro. E molte altre cose in un lavoro collettivo che avrebbe sicuramente migliorato il provvedimento e le vita delle persone. Ma gli italiani aspettano il reddito di cittadinanza (per quanto la misura sarà diversa da quella che abbiamo raccontato negli anni ma meglio di niente) e pensioni quota 100. Per questo non tradirò le loro aspettative e avranno tutto ciò anche per il mio lavoro e il mio voto. Ma il mio voto ci sarà soprattutto perché i tempi non consentono di tergiversare sennò andiamo in esercizio provvisorio e sono dolori per tutti. Ma poi si deve cambiare perché stiamo costruendo un presente di umiliazione delle istituzioni democratiche che legittimerà chi verrà, CHIUNQUE ESSO SIA, a fare altrettanto. E io non sarò più complice di ciò". E, per il governo, perdere tasselli al Senato potrebbe rivelarsi fatale.