Per alcuni giorni Matteo Renzi sarà fuori Italia ma ai suoi ha già indicato quali saranno i prossimi appuntamenti di partito. Il 20 riunirà Iv per parlare del piano shock sulle infrastrutture, il 27 lancerà un evento sulla "Giustizia giusta" per tornare sul tema della riforma della prescrizione, il 2 marzo Iv organizzerà gli Stati generali dell'economia. Ma è un'altra data già segnata in rosso: il 22 febbraio si terra' l'assemblea nazionale del partito. Nello stesso giorno in cui Zingaretti riunirà l'assemblea nazionale del Pd. E a due giorni dal voto alla Camera sulla proposta di legge Costa che punta a bloccare la riforma Bonafede. Formalmente bisognera' occuparsi degli adempimenti statutari ma e' per quell'occasione che i renziani si aspettano una mossa da parte del proprio leader. Al momento il refrain dei renziani e' che si va avanti. Convinti delle proprie idee sulla giustizia e sulla necessità di far ripartire l'economia, magari mettendo da parte il reddito di cittadinanza e puntando a sbloccare i cantieri. Ma Renzi - spiega un big del partito - e' sempre piu' scettico sul fatto che possa essere il presidente del Consiglio a far invertire a rotta di un Paese che viene indicato come la maglia nera in Europa sulla crescita. Il 'mantra' dei renziani e' che la legislatura continuerà fino al 2023, che non si andra' a votare prima. Ma la tesi che si aggiunge e' che un'altra maggioranza e' possibile. Magari guidata da una figura istituzionale. Del resto Renzi anche prima di partire per il Pakistan non ha nascosto i suoi dubbi su Conte. Con i renziani che non ritengono affatto avvicinarsi le posizioni nel governo. "Anzi la distanza si e' allargata", confida un 'big' di Italia viva. Che ci sara' lo strappo o meno si vedra' in Parlamento. Perche' e' quello il luogo secondo il premier in cui dovrebbe essere sfiduciato un governo. E i renziani puntano a non fornire pretesti. "Pero' visto che ci vogliono buttare fuori noi nel caso ci adegueremo", continuano a dire i fedelissimi dell'ex presidente del Consiglio.