Pochi minuti prima delle 15, quando la ministra del Turismo Daniela Santanchè sta per entrare in Aula per difendere il suo operato nella gestione delle proprie aziende, in tribuna c’è una ressa di giornalista come se ne vedono raramente. Nessuno vuole perdersi l’arringa difensiva della ministra, sulla graticola da giorni dopo i servizi di Report sui presunti illeciti nell’amministrazione della “galassia Visibilia”, cioè le varie aziende di cui è a capo. E tanto per mettere le cose in chiaro poco dopo Santanché dirà che in realtà lei, con quelle imprese, c’entra e non c’entra. Al fianco della ministra siedono Matteo Salvini e Maria Elisabetta Casellati, poco più in là, Antonio Tajani. In mezzo, un posto vuoto, cioè quello della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ieri in Polonia. «Giuro sul mio onore di non essere indagata», esordisce Santanchè smentendo il Domani, che ieri mattina ha annunciato il suo nome nel registro degli indagati. «O mente sapendo di mentire - aggiunge la ministra - o ha avuto notizie che io non ho e che nessuno potrebbe legittimamente avere».

Insomma, ci risiamo. L’ennesimo caso di qualcuno che viene a sapere di un’indagine sul suo conto non dalla Procura ma dai giornali, pochi giorni dopo quello dell’ex presidente della Calabria, Mario Oliverio.

Quel giornale, continua Santanché, «mescola atti noti e atti oscuri, cercando di alzare l’asticella quando stavano per cadere le incredibili accuse dei giorni scorsi». La risposta arriva a stretto giro dal direttore di Domani, Emiliano Fittipaldi. Santanché attacca Domani, che ha una colpa, aver scritto una notizia vera: la ministra è indagata a Milano - twitta - Solo nelle democrazie malate il governo offende la stampa che fa il suo lavoro, solo per questo Santanchè si dovrebbe dimettere all’istante».

Dimissioni che intanto in Aula chiedono Avs, Pd e M5S, quest’ultimo con tanto di coro sillabato e l’annuncio mozione di sfiducia. Italia viva si sfila, la maggioranza difende la ministra, ma Salvini se ne va prima degli interventi dei capigruppo. «Emergeranno verità che chi mi accusa in queste ore si guarderà dal farvi sapere», conclude Santanchè. Poi La Russa lascia la presidenza a Gasparri per gli interventi individuali. Parla, Sensi (Pd) che si complimenta con Patrick Zaki per la laurea. A proposito, congratulazioni.