Il guaio lo ha combinato Enrico Letta. Involontariamente, forse. È difficile capirlo ma, tutto sommato, non è necessario. È stato lui, comunque, a spiegare che per mettere insieme la Meloni e Salvini, sommando i loro voti sommati a quelli di Forza Italia, e quindi far vincere nuovamente il centrodestra, sarebbe stato necessario un “Federatore”. Non solo. È andato anche oltre il segretario del Pd. Da un lato, ha spiegato che sarebbe servito uno come Berlusconi che in passato aveva già fatto il miracolo; dall’altro, ha teorizzato che come Berlusconi non c’è in giro più nessuno. Un classico dei due piccioni con una fava. Ingraziarsi Berlusconi facendogli intendere che è unico e al contempo togliere credibilità a un rassemblement tra Fdi e Lega. Insomma, per mettere insieme la Meloni e Salvini serve una cosa che non c’è più.

Era stato Berlusconi, ha ricordato Letta, che in passato, senza gran fatica, aveva messo insieme la destra estrema di Fini e la quasi sinistra (anzi «una costola della sinistra», copyright D’Alema) di Bossi ( gli antenati di Meloni e Salvini), realizzando così ( ma questo l’ha taciuto) non il trionfo di uno o dell’altro, ma prima di tutto quello del “Federatore”.

Così sui giornali è iniziato il tam- tam sul “Federatore” che non c’è, fin quando non è saltato fuori Berlusconi in persona a far capire: «Sono qua e son tornato. Questi due, la Meloni e Salvini, ora li federo io». Ha buttato lì un po’ frasi per far poi intendere: «In cambio mi prendo la Presidenza della Repubblica». Contentissimi Meloni e Salvini perché, così ridotti a due corpi e un’anima, avrebbero potuto continuare a rompersi i… ma questo è un altro discorso.

Il Cavaliere “Federatore” è stato geniale nel nascondere, o almeno far dimenticare, che un secolo fa ( il passato politico si misura in modo diverso dal passato storico) quando aveva messo insieme (federato è troppo impegnativo) Bossi e Fini si era preoccupato prima di tutto di separarli mettendone uno da un lato e l’altro dall’altro con in mezzo un bel po’ di chilometri, veri e non metaforici, perché non s’accapigliassero. Bossi alleato di Forza Italia al Nord e Fini alleato di Forza Italia al Sud. Con Fini e Bossi mai alleati tra loro. Insomma, più che come Federatore aveva funzionato come Separatore.

Il meccanismo dei separati in casa (Casa della Libertà, sarebbe poi diventato) aveva funzionato. Ma solo e soltanto a vantaggio del Cavaliere e perché il Cavaliere (ma questo non l’hanno ricordato né Letta né i commentatori) ancor prima di essere uno stratega politico geniale, era il proprietario (unico) della seconda e unica potentissima televisione nazionale e di un grande giornale in un paese in cui nessun’altro possedeva simile potenza mediatica. E soprattutto, ed era l’asso di briscola, Berlusconi aveva più voti sia di Fini che di Bossi. Quindi, lui era l’albero e gli altri i cespugli. Insomma, un Federatore non è né può essere armato soltanto di genialità.

Del resto, un centrodestra come allora, col grande albero di Forza Italia e i cespuglietti attorno, ormai non c’è più. Il centrodestra oggi è formato da due giganti, Lega e Fdi, secondo e terzo partito del paese, dopo il Pd (copyright Pagnoncelli sul Corsera del 23) e il cespuglietto di Forza Italia, che ricorda ormai il cognato nobile, decaduto e affamato, di Mastro don Gesualdo.

Nessun giornale, nessun analista e (figuriamoci) nessun talk show s’è posto il problema: Fdi e Lega sono federabili oppure le condizioni necessarie e indispensabili al Federatore che federa non ci sono più? I voti leghisti di Salvini e i Fratelli d’Italia della Meloni possono diventare un unico blocco? E quel blocco, che senza Forza Italia non avrà mai la maggioranza (copyright D’Alimonte sul Sole24Ore di sabato scorso) riuscirà a diventare forzitaliota? Le televisioni sono ormai tante e per giunta i social le insidiano. La genialità strategica da sola non serve a nulla in politica perché la politica, al di là di quanto si opina, non è mai stata chiacchiera ma sempre e soltanto rapporti di forza.

È possibile ( ri) fare la stessa operazione di tanti anni fa? La storia, purtroppo o per fortuna, non si ripete e quando capita si passa dal dramma alla farsa (libera citazione dal 18 Brumaio di Luigi Bonaparte, K. Marx, 1852).