Un modo per uscire dall'angolo. Un'arma di distrazione per coprire un risultato non brillante sul patto di stabilità. Per reagire al “pacco”, come lo ribattezza Giuseppe Conte, preso in Europa con Francia e Germania che hanno chiuso l'accordo all'ultimo miglio senza l'Italia. A costo di “sbugiardare in aula” il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti. Nei capannelli delle opposizioni in Transatlantico si spiegano così il no alla ratifica del Mes che ha spaccato la maggioranza.

A votare contro la ratifica del Meccanismo europeo di stabilità, oggi nell'Aula della Camera, sono stati i gruppi di Fratelli d'Italia, Lega e Movimento cinque stelle (quest'ultimo non si era presentato in commissione Bilancio, a Montecitorio, sulla votazione del parere contrario espresso dalla commissione stessa). Hanno votato a favore della ratifica Partito democratico, Azione ed Italia viva. Da segnalare l'astensione, nell'ambito della maggioranza, di Forza Italia e di Noi moderati e, per quanto riguarda l'opposizione, di Alleanza verdi e sinistra.

Ma è stato il no compatto di Fratelli d'Italia a stupire le opposizioni. Benedetto Della Vedova allarga le braccia: "Una mossa senza senso. Quando un governo ha avviato l'iter per la ratifica di un trattato, se c'è un nuovo governo va avanti in quel percorso. Sennò chi si fida più di stringere un accordo con l'Italia? Ma come si fa?", sbotta l'esponente di Più Europa. Davanti a lui Enzo Amendola. "Mi chiedo che ci faccia ancora Giorgetti al suo posto... è stato sbugiardato qui ma pure in Europa", osserva il deputato Pd che con il titolare dell'Economia ha lavorato insieme nel governo Draghi. La situazione in cui è stato messo Giorgetti dal suo partito e da quello di Giorgia Meloni diventa un caso nei conciliaboli del Transatlantico.

Amendola il tema l'aveva già sollevato in aula. "Giorgetti ha detto all'Ecofin che l'Italia avrebbe ratificato il Mes. Lo dico col massimo rispetto, abbiamo lavorato insieme ma un ministro che viene sbugiardata da questa aula, sbeffeggiato dal leader del suo partito, è un ministro che dovrebbe trarre le conseguenze". E spiega il no di Fdi e Lega alla ratifica come conseguenza della trattativa andata male in Europa sul patto. "Mi aspettavo una cosa semplice dalla Meloni. Aveva detto che avrebbe chiuso il compromesso sul patto di stabilità e ratificato il Mes. Allora vuol dire che il compromesso sul patto di stabilità non vi è piaciuto perché se oggi non si ratifica il Mes voi ci state dicendo che il patto firmato ieri non vale, è contro l'Italia". 

Ma l'intervento più veemente, anche a livello di decibel, è stato quello di Conte nell'aula della Camera. Il leader M5S richiama ancora una volta le "falsità" di Meloni sulle accuse ai 5 Stelle per le quali è stato chiesto un giurì d'onore da parte deipentastellati. "C'è sempre un momento in cui la propaganda va via e resta la realtà dei fatti. Meloni ha detto che il Mes è passato col sangue degli italiani, senza dibattito parlamentare, col favore delle tenebre: se oggi siamo qui vuole dire che non è vero, che Meloni ha mentito al Parlamento. Oggi decidiamo, decidete sul Mes e vi assumete le vostre responsabilità".

Quindi il 'pacco' di stabilità: "Diteci cosa avete ottenuto ieri in Europa? Siete tornati non con un patto, ma con 'pacco' di stabilità e decrescita. Una decrescita infelice. Sarà un disastro per la nostra economia. Ad Atreju siete dei leoni. In Europa degli agnellini. Meloni diventa paonazza ma perché non si scompone così anche in Europa?". Per Conte il no di oggi al Mes è un modo per nascondere l'insuccesso: "Pensate che gli italiani siano così stupidi che col voto di oggi, penso sarà un no, voi mascherate il vostro fallimento sull'immigrazione e sulla crescita? Ma che avete preso gli italiani per un popolo di stupidi?". Solo una "pantomima antipatriottica".

Ne è convinto anche Nicola Fratoianni: "Viene da chiedersi se il patriottismo di Meloni parli tedesco. Hanno chinato la testa a un accordo pessimo. Si rivelano per quello che sono presuntuosi e incapaci. Ed espongono al disastro l'Italia". Matteo Renzi punge Forza Italia e il ministro Antonio Tajani: "L'europeista Tajani che si astiene sul Mes è una barzelletta continentale". Mentre Carlo Calenda evidenzia le divisioni che ci sono state nelle opposizioni: Pd, Azione e Iv hanno votato sì, Avs si è astenuta, no da M5S. "Oggi la maggioranza si spacca sul Mes e così il campo largo. E' la testimonianza che questo paese non si può governare con un bipolarismo che produce solo contraddizioni e figuracce".

E il governo? “Prende atto del voto dell'Aula di Montecitorio”, dicono fonti di Palazzo Chigi, che sottolineano come si tratti "di un'integrazione di relativo interesse e attualità per l'Italia", visto che "come elemento principale prevede l'estensione di salvaguardie a banche sistemiche in difficoltà, in un contesto che vede il sistema bancario italiano tra i più solidi in Europa e in Occidente". "In ogni caso", sottolineano le stesse fonti, "il Mes è in piena funzione nella sua configurazione originaria, ossia di sostegno agli Stati membri in difficoltà finanziaria".